Sugli operai che sfidano il
cielo ci siamo interrogati qui: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.it/2012/10/perche-gli-operai-sfidano-il-cielo-in.html
. E dei sindaci che dire? E in particolare del sindaco di
Piombino? Parliamo di Gianni Anselmi, novello Peppone senza Don
Camillo di scorta, arrampicatosi martedì in cima al
capannone della Lucchini.
Se ne occupa oggi l'amico Gordiano Lupi,
poliedrico piombinese DOC. Buona lettura. (C.G.)
Gianni Anselmi, il sindaco scalatore
di Gordiano Lupi
Gianni Anselmi lo conosco bene. Eravamo entrambi più giovani e frequentavamo i
campi di calcio, lui come centrattacco dell’Unione Sportiva Piombino, io come
arbitro. Andava meglio a entrambi, se non altro perché avevamo trent’anni di
meno, forse anche trentacinque. Adesso abbiamo entrambi problemi più seri di un
gol in fuori gioco e un fallo tattico, soprattutto lui che è diventato sindaco
di Piombino, incarico che svolge con passione e competenza. Gianni Anselmi non
è un esibizionista. Non ama i riflettori puntati su di sé. Ma se c’è da parlare
e da agire in difesa della sua città non esita un istante a farlo. Mi ha fatto
un gran piacere vederlo su quel capannone Lucchini a difendere i diritti degli
operai e la speranza di lavoro di un’intera città. Mi ha fatto ancora più
piacere, che dopo le vesti di scalatore abbia indossato quelle di pompiere per
dire agli operai: “Ragazzi, calma. Ci sono qua io. Parlerò a Roma dei vostri problemi.
Non facciamo cose che potrebbero metterci in cattiva luce”.
Gianni Anselmi ha ottenuto quel che voleva: mettere il dito
sulla piaga, far cadere l’attenzione nazionale sul problema Piombino, che non
sarà ai livelli di Taranto, ma resta un problema grave per molte famiglie.
Lasciamo stare se sarebbe più opportuno optare per il turismo e fare una scelta
radicale, non ha importanza stabilire se la strada della conservazione della
fabbrica sia davvero il bene di Piombino. Non è compito mio, piccolo scrittore
di provincia che ama la sua città quanto il suo sindaco, e che vendendolo in
televisione mentre saliva sul capannone Lucchini ha commentato: “Bravo
Anselmi!”.
Il mio “Bravo Anselmi!” lo dico ancora più forte, perché non
siamo sempre stati d’accordo su tutto, io e Gianni. Da ragazzi si litigava sui
campi di calcio, non troppo perché lui è sempre stato un calciatore corretto,
ma i ruoli erano opposti. In tempi recenti abbiamo avuto una discussione su
Acciaio, il libro di Silvia Avallone che lui ha vissuto come un attacco a
Piombino e io soltanto come buona opera letteraria. Il film ci metterà
d’accordo, caro Gianni, perché è una solenne boiata, quello sì un’offesa, ma
alla Settima Arte. Pure su Cuba abbiamo avuto qualche discussione, quando
vennero in visita a Piombino esponenti del regime ricevuti in sala consiliare.
Tutte piccolezze.
Gianni Anselmi ama la sua città, questo è fondamentale. Si
vede da come ne parla. Non è un politico qualunque. Lui vuole davvero il bene
di Piombino. A chi fa le cose per amore si perdonano gli errori e un eccesso di
passione. Per questo oggi sono dalla sua parte. Per dire che mi fido di lui, di
quel che potrà fare in difesa di una città che non si rassegna a morire.
Gordiano Lupi
Gordiano Lupi (Piombino, 1960). Direttore Editoriale
delle Edizioni Il Foglio. Collabora con La Stampa di Torino come traduttore del blog di
Yoani Sánchez. Direttore della collana di narrativa latinoamericana Celebres
Ineditos di Edizioni Anordest. Ha tradotto i romanzi... [continua qui: http://www.infol.it/lupi/biografia.htm ] .
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