giovedì 12 gennaio 2006


Profili/8
Kenneth Ewert Boulding





Nella Economics di Paul Samuelson, il manuale universitario di economia più diffuso al mondo, non si fa alcun cenno all'opera di Kenneth E. Boulding (1910-1994). Come non si parla di lui nella maggior parte delle storie del pensiero economico del Novecento. La spiegazione è purtroppo facile: Boulding, probabilmente il primo economista a criticare negli anni Sessanta il concetto di pil, era e resta uno studioso non ortodosso, assai critico verso l'economia neoclassica e soprattutto nei riguardi di un capitalismo produttivista e sviluppista, e così poco rispettoso delle natura e dei più autentici bisogni umani.
Boulding nasce a Liverpool, in Inghilterra, nel 1910, studia a Oxford (1932-34), con Lionel Robbins e Jacob Viner, e poi all'Università di Chicago (1932-1934) con Henry Schultz, uno dei fondatori dell'econometria e Frank Knight(noto all'epoca anche per la sua polemica con la "scuola austriaca"). In America conosce, e gode dell'apprezzamento di Schumpeter. Nonostante un breve periodo di insegnamento, presso l'Università di Edimburgo (1934-1937), trascorre tutta la vita "accademica" negli Stati Uniti, paese di cui diverrà cittadino nel 1948, insegnando prima presso l'università del Michigan (1949-1968) e poi del Colorado (1968-1980).
Quacchero, e dunque pacifista convinto, e perciò spesso accusato di utopismo, lettore acuto e aperto alle contaminazioni filosofiche e disciplinari, Boulding già alla fine degli anni Quaranta manifesterà la sua insoddisfazione verso il concetto di homo oeconomicus in A Recostruction of Economics (1950). La scoperta dell'approccio sistemico di Ludwing Bertanlaffy, studioso col quale entrerà in contatto, lo spingerà a costituire, con pochi altri colleghi, nel 1953, prima la Society for Advancement of General Systems, e poi la International Society for the Systems Sciences. In seguito svilupperà le sue acquisizioni sistemiche in chiave olistico-evolutiva: la terra come sistema chiuso, e con risorse finite, che ha nell'uomo, come essere capace di vivere in pace con se stesso e con gli altri, un enorme potenziale evolutivo. Tutto da scoprire.
Autore prolifico (i soli Collected Papers, constano di sei volumi, 1971-1985), Boulding si è occupato di organizzazione sociale (The Organizational Revolution, 1953), politica economica (Principles of Economic Policy, 1958), teoria dei conflitti (Conflict and Defense, 1962), metodologia (The Impact the Social Sciences, 1966, Economics as a Science , 1970), economia del dono (The Economy of Love and Fear: A Preface to Grants Economics, 1973 e 1981). Vanno infine ricordati due piccoli classici: Ecodynamics ( 1978) e The World as a Total System (1985).Una buona raccolta per farsi un' idea della complessità e ampiezza del suo pensiero è Beyond Economics (1970). In Italia Boulding, se non è completamente sconosciuto, è comunque volutamente ignorato e poco studiato. Di lui si è occupato Giorgio Nebbia, e bene (si veda www.fondazionemicheletti.it Altro Novecento).
Insomma, un economista controcorrente, tutto da scoprire e leggere. 

Carlo Gambescia

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