Profili/8
Kenneth Ewert Boulding
Nella Economics di Paul Samuelson, il manuale
universitario di economia più diffuso al mondo, non si fa alcun cenno all'opera
di Kenneth E. Boulding (1910-1994). Come non si parla di lui nella maggior
parte delle storie del pensiero economico del Novecento. La spiegazione è
purtroppo facile: Boulding, probabilmente il primo economista a criticare negli
anni Sessanta il concetto di pil, era e resta uno studioso non ortodosso, assai
critico verso l'economia neoclassica e soprattutto nei riguardi di un
capitalismo produttivista e sviluppista, e così poco rispettoso delle natura e
dei più autentici bisogni umani.
Boulding nasce a Liverpool, in Inghilterra, nel 1910,
studia a Oxford (1932-34), con Lionel Robbins e Jacob Viner, e poi
all'Università di Chicago (1932-1934) con Henry Schultz, uno dei fondatori
dell'econometria e Frank Knight(noto all'epoca anche per la sua polemica con la
"scuola austriaca"). In America conosce, e gode dell'apprezzamento di
Schumpeter. Nonostante un breve periodo di insegnamento, presso l'Università di
Edimburgo (1934-1937), trascorre tutta la vita "accademica" negli
Stati Uniti, paese di cui diverrà cittadino nel 1948, insegnando prima presso
l'università del Michigan (1949-1968) e poi del Colorado (1968-1980).
Quacchero, e dunque pacifista convinto, e perciò spesso
accusato di utopismo, lettore acuto e aperto alle contaminazioni filosofiche e
disciplinari, Boulding già alla fine degli anni Quaranta manifesterà la sua
insoddisfazione verso il concetto di homo oeconomicus in A Recostruction of
Economics (1950). La scoperta dell'approccio sistemico di Ludwing
Bertanlaffy, studioso col quale entrerà in contatto, lo spingerà a costituire,
con pochi altri colleghi, nel 1953, prima la Society for Advancement of General Systems, e poi
la International
Society for the Systems Sciences. In seguito svilupperà le
sue acquisizioni sistemiche in chiave olistico-evolutiva: la terra come sistema
chiuso, e con risorse finite, che ha nell'uomo, come essere capace di vivere in
pace con se stesso e con gli altri, un enorme potenziale evolutivo. Tutto da
scoprire.
Autore prolifico (i soli Collected Papers, constano
di sei volumi, 1971-1985), Boulding si è occupato di organizzazione sociale (The
Organizational Revolution, 1953), politica economica (Principles of
Economic Policy, 1958), teoria dei conflitti (Conflict and Defense,
1962), metodologia (The Impact the Social Sciences, 1966, Economics
as a Science , 1970), economia del dono (The Economy of Love and Fear:
A Preface to Grants Economics, 1973 e 1981). Vanno infine ricordati due
piccoli classici: Ecodynamics ( 1978) e The World as a Total System (1985).Una
buona raccolta per farsi un' idea della complessità e ampiezza del suo pensiero
è Beyond Economics (1970). In Italia Boulding, se non è completamente
sconosciuto, è comunque volutamente ignorato e poco studiato. Di lui si è
occupato Giorgio Nebbia, e bene (si veda www.fondazionemicheletti.it Altro
Novecento).
Insomma, un economista controcorrente, tutto da
scoprire e leggere.
Carlo Gambescia
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