La tesi di Galli della Loggia sui "poteri forti"
Sociologia o "complottologia"
Secondo Ernesto Galli della Loggia (Corriere della Sera
del 31-12-05) chiunque sostenga la tesi dell'esistenza di "poteri
forti" capaci di influenzare la politica è un "primitivo" , un
"illiberale", un "panpoliticista" (nel senso che antepone
la politica a tutto), e infine un seguace delle più assurde e stupide teorie
"complottiste"
Ora, quel che veramente stupisce è l'incapacità di Galli
della Loggia di fare i conti con la realtà, in particolare con la sociologia,
che insegna che le società moderne, sono società complesse, fondate
sull'interazione tra numerosi gruppi sociali, tra i quali ci sono anche quelli
che invece Galli dell Loggia riconduce all'interno del ben educato quanto
mitizzato concetto di "società civile": magistratura, alta dirigenza
statale, grande industria, alta finanza, editori. Quei gruppi insomma che
altri, erroneamente, secondo lo storico, ricondurrebbero nell'alveo del
concetto di "poteri forti".
Il vero punto della questione, sia che si tratti di
"società civile" o di altro ideologismo liberale, è che i vari gruppi
sociali (tra i quali ne vanno inclusi molti altri: sindacati, associazioni,
partiti, eccetera), acquisiscono potere sulla base della propria forza politica
ed economica. E non è detto che i più forti siano sempre i migliori sul piano
morale. Del resto ogni società, per sussistere nel tempo (per autoperpetuarsi),
ha necessità di istituzioni stabili, e anche in questo caso, visto che le
istituzioni sono il prolungamento sociologico dei gruppi più forti, non è detto
che siano anch'esse, dal punto di vista morale le migliori. Esistono, sono lì
da tempo, e la maggior parte della gente comune ubbidisce perché le ritiene
"eterne" (anche se ovviamente non lo sono). E' anche scontato,
sociologicamente parlando, il fatto che di regola i gruppi e le istituzioni al
comando, soprattutto in campo economico, difficilmente cedono, o condividono,
il potere con altri, benché qualche volta si decidano a cooptare gli elementi
avversari più malleabili Di qui tuttavia resistenze e conflitti con quelle
forze che sul piano politico rifiutino la cooptazione.
Pertanto i cosiddetti "complottisti", che non
sono esenti ovviamente da esagerazioni spesso ridicole, hanno una visione molto
più realistica, e sociologicamente fondata, di Galli della Loggia.
Il quale, confondendo, l'ideale con il reale: la
mitizzata "società civile" della scuola liberale con la società
capitalistica concreta,dimentica come insegnava Hegel che la "società
civile" è il luogo degli interessi economici. E dove ci sono interessi
economici, come sottolineava Marx ci sono conflitti. E dove ci sono conflitti,
come notava Pareto, un pensatore liberale che Galli della Loggia dovrebbe
conoscere, ci sono vinti e vincitori: poteri forti e poteri deboli.
Carlo Gambescia
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