Chàvez "l'autocrate competitivo"
Il "pensiero unico" ruota intorno a tre precisi
assiomi: occidentalismo (nel senso di "filo"), filoamericanismo,
filocapitalismo. L' uno rinvia agli altri e viceversa: chi è occidentalista non
può non essere anche filoamericano, visto che gli Stati Uniti sono il braccio
militare ed economico dell'Occidente, e chi è filocapitalista, non può non
essere pure filoamericano e occidentalista, visto che gli Stati Uniti sono
l'esempio più riuscito ed eclatante di capitalismo. E così via.
Ovviamente, per i seguaci del "pensiero unico",
soprattutto quando si tratta di combattere gli avversari, vale il contrario:
chi è antiamericano è anche contro l'occidente e soprattutto contro il capitale.
Per farla breve in ogni anticapitalista c'è un nemico del mondo occidentale, e
in ogni nemico del mondo occidentale un anticapitalista.
Da questo punto di vista Hugo Chàvez, il presidente
venezuelano, è una specie di avversario ideale, dal momento che le categorie di
antiamericanismo, anticapitalismo e antioccidentalismo sembrano essere
"tagliate" su misura per lui.
Resta però il fatto che quasi il 60 per cento della
popolazione è dalla sua parte. Di qui la necessità per il "pensiero
unico", e in particolare per quei media occidentali che ne sono il
principale veicolo di diffusione, di aggiornare il lessico della
disinformazione, coniando nuove terminologie mediatico-giornalistiche.
Ad esempio, sul "Corriere della Sera" di oggi,
nella rubrica "Il Documento", in un lungo articolo di certo Javier
Corrales, oltre a usare contro Chàvez, le classiche categorie lessicali del
"pensiero unico" (antioccidentalismo, antiamericanismo e
anticapitalismo) si cerca di spiegare il favore popolare e l'esistenza di una combattiva
opposizione all'ex paracadudista, introducendo una nuova terminologia della
disinformazione. Chàvez viene ricondotto nell' alveo di una nuova tipologia
ripresa (ma in chiave pragmatica) dalla politologia accademica: quella dell
"autocrate competitivo", che a differenza dell' "autocrate
temuto" e dell' "autocrate rilassato", ha "abbastanza
appoggio [popolare] per poter competere nelle elezioni ma non tanto da
sovrastare l'opposizione". Di qui, secondo l'articolista, la
"scoperta", da parte di Chavez " di essere in grado di
concentrare il potere nelle sue mani più facilmente con una opposizione
aggressiva piuttosto che negando il suo diritto a esistere".
Ma come, dove non c'è opposizione, c'è dittatura, e dove
c'è opposizione c'è dittatura lo stesso?
Se non è disinformazione questa...
Carlo Gambescia
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