sabato 7 gennaio 2006

 Chàvez "l'autocrate competitivo"




Il "pensiero unico" ruota intorno a tre precisi assiomi: occidentalismo (nel senso di "filo"), filoamericanismo, filocapitalismo. L' uno rinvia agli altri e viceversa: chi è occidentalista non può non essere anche filoamericano, visto che gli Stati Uniti sono il braccio militare ed economico dell'Occidente, e chi è filocapitalista, non può non essere pure filoamericano e occidentalista, visto che gli Stati Uniti sono l'esempio più riuscito ed eclatante di capitalismo. E così via.
Ovviamente, per i seguaci del "pensiero unico", soprattutto quando si tratta di combattere gli avversari, vale il contrario: chi è antiamericano è anche contro l'occidente e soprattutto contro il capitale. Per farla breve in ogni anticapitalista c'è un nemico del mondo occidentale, e in ogni nemico del mondo occidentale un anticapitalista.
Da questo punto di vista Hugo Chàvez, il presidente venezuelano, è una specie di avversario ideale, dal momento che le categorie di antiamericanismo, anticapitalismo e antioccidentalismo sembrano essere "tagliate" su misura per lui.
Resta però il fatto che quasi il 60 per cento della popolazione è dalla sua parte. Di qui la necessità per il "pensiero unico", e in particolare per quei media occidentali che ne sono il principale veicolo di diffusione, di aggiornare il lessico della disinformazione, coniando nuove terminologie mediatico-giornalistiche.
Ad esempio, sul "Corriere della Sera" di oggi, nella rubrica "Il Documento", in un lungo articolo di certo Javier Corrales, oltre a usare contro Chàvez, le classiche categorie lessicali del "pensiero unico" (antioccidentalismo, antiamericanismo e anticapitalismo) si cerca di spiegare il favore popolare e l'esistenza di una combattiva opposizione all'ex paracadudista, introducendo una nuova terminologia della disinformazione. Chàvez viene ricondotto nell' alveo di una nuova tipologia ripresa (ma in chiave pragmatica) dalla politologia accademica: quella dell "autocrate competitivo", che a differenza dell' "autocrate temuto" e dell' "autocrate rilassato", ha "abbastanza appoggio [popolare] per poter competere nelle elezioni ma non tanto da sovrastare l'opposizione". Di qui, secondo l'articolista, la "scoperta", da parte di Chavez " di essere in grado di concentrare il potere nelle sue mani più facilmente con una opposizione aggressiva piuttosto che negando il suo diritto a esistere".
Ma come, dove non c'è opposizione, c'è dittatura, e dove c'è opposizione c'è dittatura lo stesso?
Se non è disinformazione questa... 

Carlo Gambescia

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