La lezione di Pitirim A. Sorokin
Che cos'è l'amore per un laico?
La prima enciclica di Benedetto XVI, "Deus Caritas
est" (Dio è amore) ha fatto rumore. Ma non più di tanto. Certo, i media ne
hanno riferito e discusso. Ma quel che è emerso, al di là del valore o meno
delle tesi del papa (l'amore quale comunione divino-umana di agape ed eros), è
certa incapacità del mondo laico di confrontarsi con un tema decisivo come
quello dell'essenza dell'amore, e soprattutto di capire il valore dei suoi
effetti di ricaduta sul piano sociologico.
Si dia pure per acquisito, come ha osservato Emanuele
Severino sul "Corriere della Sera" (26-1-05), che se dio non esiste è
inutile discutere di un legame necessario tra amore divino (agapico) e amore
umano ("erotico"). Dopo di che si dovrebbe però indicare un percorso
antropologico, sociologico, insomma umano, che consenta di spiegare, e
possibilmente "incrementare" collettivamente l'amore tra gli uomini
in termini positivi, laici e non religiosi. Cosa che invece non è avvenuta.
Oggi tra i laici purtroppo prevale il disincanto: né col papa, né con nessun
altro... Soprattutto dopo la fine delle grandi utopie collettiviste e
totalitarie. Agapiche? Erotiche? E' difficile rispondere.
E' tuttavia interessante accennare alla parabola di
Pitirim A. Sorokin, un russo-americano, nemico di ogni forma di totalitarismo,
probabilmente il solo grande sociologo del Novecento che abbia dedicato lunghi
anni di studio alle origini, forme e "implementazione" dell'amore tra
gli uomini, fino al punto di rovinarsi la reputazione accademica. Dal momento
che alle sue ricerche, sviluppatesi in particolare negli anni Cinquanta del
Novecento, gli altri sociologi americani, replicarono irridendolo, o
addirittura considerandolo una specie di sciamano: fu completamento emarginato
e ridotto a macchietta. Sorokin invece riteneva coraggiosamente che si potesse,
una volta individuate le sue origini fisiologiche, psicologiche, sociologiche,
accrescere la "produzione " di amore tra e per gli uomini. Il che,
negli anni della caccia alle streghe comuniste, fu giudicato folle, e persino
pericoloso. Sorokin fu indagato dalla FBI di Hoover.
E' vero che certe sue pagine, per eccesso di spirito
profetico, ricordano quelle di Auguste Comte. Ma, nonostante ciò, meritano
ancora oggi di essere lette. Perché Sorokin pur riconoscendo il fondamento
"positivo" dell'amore (come eros), comprese, che dietro la sua forza
travolgente, c'era e c'è qualcosa di inspiegabile: una energia, che i cattolici
riconducono all'agape divina, ma che anche chi non crede, non può comunque non
ricondurre a qualcosa di immenso che sovrasta l'uomo. Una "energia
misteriosa", come la chiamava Sorokin, che va comunque indagata in termini
positivi, e senza remore di alcun genere, ma davanti alla quale non si può non
restare, magari solo per un attimo, immobili, in silenzio e ammirazione, come
di fronte ai grandi prodigi della natura.
Ecco, nel dibattito italiano sull'enciclica papale, è
mancata proprio la capacità laica di meravigliarsi, davanti alla
"spettacolarità" dell'uomo che ama l'altro, e l'aiuta fino al punto
di sacrificarsi per lui. "Spettacolo" del resto meravigliosamente
"rappresentato" ogni giorno, da attori molto speciali: i movimenti
del volontariato, attivi in tutto il mondo. Purtroppo quel che manca oggi è la
volontà di credere fino in fondo nella forza trasformatrice e creativa dell'amore...
Si considera l'altruismo un fenomeno "residuale". Che viene dopo, se
"avanza" qualcosa...
E di riflesso è così venuta meno in ambito laico anche la
volontà di discutere dell'amore in termini sorokiniani, creativi: come di una
forza che, anche a prescindere da ogni intervento o collegamento metafisico o
divino, possa comunque, se debitamente studiata e poi "riprodotta",
giocare un ruolo nella trasformazione in senso spirituale, ma anche
sociologico, delle nostre vite.
Su questo argomento
Sorokin scrisse un libro importante: The Ways and Power of Love. Types,
Factors, and Techniques of Moral Transformation , Beacon Press, Boston
1954, pp.564 (trad. it. Città Nuova 2005).
Chi voglia poi approfondirne più in generale il pensiero non può non leggere P.A.
Sorokin, La crisi del nostro tempo, Arianna Editrice, Casalecchio (Bo)
2000 (commerciale@macroedizioni.it)
e, chiedendo scusa per l'autocitazione, anche il mio studio, Invito alla
lettura di Sorokin, Edizioni Settimo Sigillo, Roma 2002, pp. 160 (ordini@libreriaeuropa.it).
Carlo Gambescia
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