A Giorgia Meloni non auguriamo Buon Natale. Si dirà, ma dov’è finito il fair play liberale? Giusto. Però si può conservarlo quando si avverte nell’altro un lato oscuro?
In lei c’è qualcosa di inquietante. Qualcosa che, per così dire, al momento del dare la mano, trattiene. Il famoso brivido sulla schiena. Per dirla con un esempio tratto dal cinema horror, è come avere davanti il Conte Dracula, sospettando che si tratti di Dracula, senza però averne ancora la certezza. Si scorgono soltanto il pallore del volto, la piega amara delle labbra, le lunghissime unghie a punta.
Ma facciamo un altro esempio, Andreotti, era un uomo politico impenetrabile non si sapeva mai dove volesse andare a parare. Però umanamente poteva risultare simpatico e autorevole al tempo stesso.
Giorgia Meloni quando vuole fare la disinvolta appare goffa e sinistra come Nosferatu davanti all’ improvviso zampillio del sangue. La piccola ferita di un suo commensale risveglia la sua eterna sete… Insomma, non si può dormire tranquilli.
Ovviamente solo con la simpatia non si governa. Servono altre qualità. Attitudine al comando, tempismo decisionale, senso della prospettiva, nonché opportunismo quanto basta, ipocrisia quanto serve, e soprattutto tanta freddezza nell’esecuzione dei propri piani.
In particolare, l’ uomo politico di valore non deve mai far capire verso quale direzione stia andando e deve far credere che si ubbidisca a lui comandando. Insomma, il vero politico sa come tenere le fila del suo partito e degli elettori. Andreotti queste qualità, come prova la sua lunga carriera politica, le aveva tutte.
Giorgia Meloni ha queste qualità? Partiamo dalle ultime tre. Sicuramente è ipocrita. Si pensi a quando, dinanzi ai corpi dei migranti affogati nel tragico naufragio di Crotone (63 vittime tra le quali 15 bambini), si giustificò, più o meno così: “È mostruoso pensare che io abbia volutamente causare la morte di queste persone”. Dopo morti però. Per il mancato salvataggio in mare.
Sicuramente è opportunista, si pensi, all’esecuzione mediatica del compagno Giambruno, solo perché in quel momento era necessario disfarsene. Tutti sono utili nessuno è indispensabile.
Quanto all’esecuzione dei suoi piani è un esempio di freddezza. Come prova il voto contro Mes, dietro il quale c’è la sua regia, frutto della sapiente tecnica, per dirla alla buona, del tirare il sasso e nascondere la mano. La freddezza implica quasi sempre capacità dissimulatorie. Come si può essere atlantisti e nazionalisti al tempo stesso, amici di Biden e di Trump? Contro il quale non ha mai pronunciato una sola parola di condanna? Eppure lei riesce.
Quanto al tempismo decisionale e all’attitudine al comando Giorga Meloni ne è ben provvista. Invece sulla prospettiva, quindi torniamo all’esecuzione dei piani, il vero problema è quello di capire in quale direzione voglia andare. In generale, sono gli storici a decidere. Dopo però.
Per fare grandi esempi, Churchill, a differenza di altri suoi colleghi, capì quasi subito che ci si doveva opporre con la forza a Hitler. Non vi erano alternative. Invece Andreotti intuì che la democrazia repubblicana era l’unica strada disponibile, per assicurare pace e benessere all’Italia. Era la lezione di De Gasperi. Questo però lo si capì dopo.
Perciò il vero problema è capire, ora, in quale direzione stia andando Giorgia Meloni.
Da un personaggio del genere, dalle salde radici missine, quindi neofasciste, ci si può aspettare di tutto. Se Andreotti restava comunque democristiano, quindi nell’alveo protettivo di un partito antifascista, la Meloni è fascista, o comunque “non dimentica”, anche se non lo dice pubblicamente.
E qui, sul punto specifico, si può registrare il vero capolavoro di Giorgia Meloni: il prodotto finito e rifinito di una miracolosa miscela antropologica di freddezza, opportunismo, ipocrisia. A cosa ci riferiamo? Alla "rimozione" dal suo discorso pubblico, di qualsiasi riferimento al fascismo ma anche all’antifascismo. Ha addirittura presentato il Movimento Sociale, un partito reazionario, come un pilastro della democrazia repubblicana.
Insomma, ciò che preoccupa di Giorgia Meloni è il "non detto". E, ripetiamo, non si tratta di Andreotti, un democristiano, a scuola da De Gasperi, ma di una specie di Conte Dracula in incognito, che ha conservato nel simbolo elettorale del partito la fiamma che si innalza dal sacello di Mussolini.
Giorgia Meloni, da un momento all’altro può mordere al collo. Morsi fascisti.
Si può augurare Buon Natale a Nosferatu?
Carlo Gambescia
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