venerdì 25 novembre 2016

Referendum costituzionale del 4 dicembre 
Vota  Renzi, vota Renzi, vota Renzi, vota Sì, vota Sì,  vota Sì

Amici e  lettori mi chiedono, se voterò il 4 dicembre,  ed eventualmente  per chi voterò.  
Io, ridacchiando, di regola,  rispondo che il voto è segreto…  In realtà, allacciarsi le cinture prego (ma chi mi segue  non può avere dubbi al riguardo) voterò Renzi. Si faccia attenzione, non ho dichiarato che voterò Sì, ma per Renzi.  La questione della riforma costituzionale non poteva non trasformarsi  in fatto politico. Le riforme costituzionali - al di là delle chiacchiere buoniste - dividono sempre: da un lato i conservatori dall’altro gli innovatori, rispetto al testo esistente. Di qui, gli inevitabili conflitti, eccetera. E la scelta dei tratti più o meno apocalittici della campagna elettorale dipende sempre dalla cultura politica  e dalla natura dei cleavages storici. Ogni popolo ha il discorso pubblico che si merita...  E noi, evidentemente, ci meritiamo  tutto questo.  
Per inciso, da sempre sono un sostenitore del monocameralismo e dello snellimento legislativo.  E la Riforma, va comunque  in questa direzione. Diciamo che innova una Costituzione parlamentarista scritta settant'anni fa,  contro il fascismo, conculcatore delle libertà parlamentari ( e non solo). Invece  la Riforma sulla quale siamo chiamati a votare è scritta oggi contro il parlamentarismo che impedisce di governare, non a Mussolini, morto da un pezzo, ma a chiunque si accinga a farlo.  E io, che apprezzo il decisionismo politico, non potevo: 1) non stimare  il decisionismo di Renzi (a dire il vero non sempre assoluto, anche in questa occasione); 2) nonché la possibilità di modificare, benché timidamente, una Costituzione che appartiene a un’altra età storica (se fosse per me la riscriverei tutta, dai principi fondamentali, ad esempio: Articolo 1. L’Italia è una Repubblica fondata sulla Libertà…). Sicché  non potevo non collocarmi, una tantum ovviamente, tra gli innovatori. Ebbene sì, politicamente parlando, faccio un tratto di strada con Renzi. Che male c'è?   Del resto in Italia,  c’è chi ha fiancheggiato dittatori (veri, altro che le chiacchiere complottiste) come  Stalin e Mussolini… E per  più di venti anni. Quindi.     
In realtà, come dicevo,  il voto del 4 dicembre è politico. Se vincesse il Sì, per dirla con Marx (pardon),  tornerebbe a galla tutta la merda di sempre: l’Italia dei parassiti, del romanticismo fascio-leghista,  dei rivoluzionari pentastellati ad aria compressa, un universo di sogni e bisogni a spese dello stato,  coagulatosi intorno al No.  Un fronte variopinto,  prontamente  assecondato da quel  circo mediatico-giudiziario, anarcoide e giustizialista,  che da quasi un quarto di secolo  inquina la scena politica italiana, gettando  discredito su tutto e tutti. Attenzione, il Governo Renzi  è il male minore, perché, pur con tutti i suoi limiti, racchiude, per così dire, un tasso di liberalismo e riformismo, sicuramente  più elevato di quello contenuto  in tutte  le altre forze politiche messe insieme. Se dovesse cadere, sarebbe il caos politico ed economico. Perché il circo mediatico-giudiziario, potrebbe prendersi la rivincita su Renzi,  puntando sul colpo di grazia in stile Woodcock.   Dopo di che (ma probabilmente anche senza attacco giudiziario),  nascerebbe subito  un  governo tecnico-elettorale,  al tempo stesso appoggiato e criticato da tutti, e quotidianamente.  Seguirebbero  mesi e mesi di distruttiva propaganda politica  fino alle elezioni. Conflitti, che, provocando altro discredito istituzionale,  consegnerebbero il  Paese o ai pentastellati (con l’Italicum), o  a una  litigiosa coalizione di sette-otto partiti,  pronti al veto quotidiano (con una nuova legge proporzionale). Di qui, ulteriore discredito, fino a  spianare definitivamente la strada al caudillo Grillo o, in subordine, a qualche demente Le Pen italiano.  L’ economia ne uscirebbe  distrutta. Altro che -  per usare il classico stile elettorale -    birretta,  pizza e fritti misti del  venerdì alla pizzeria sotto casa e poi Sky calcio...    Pertanto, serve un voto politico. In favore di  Renzi.  E pure della birretta.    

Carlo Gambescia

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