La scomparsa di Fidel Castro
Morte di un tiranno
Prepararsi.
Gli orfani della rivoluzione in servizio permanente effettivo già si stanno scatenando: “Ma che bontà, ma che bontà,
questo Fidel Castro qua”. Due i cavalli
di battaglia: l’antiamericanismo castrista
in stile ruggito del topo e la
costruzione di una specie di stato sociale straccione che ti cura, ti fa
studiare, però poi ti impone la tessera del partito unico per lavorare, quando lo
si trova il lavoro…
Sono
tematiche ancora diffuse in Italia, tra post-fascisti, post-comunisti, post-democristiani
e persino tra qualche
azionista liberale, rimasto al Gobetti che flirtava con Gramsci. Pertanto sarà
tutto un brindare al grande rivoluzionario.
Parliamo
della stessa gente che
rimpiange Mussolini, perché “ha costruito lo stato sociale”, o Togliatti e Berlinguer, “perché erano onesti”,
dimenticando: 1) i denari sovietici; 2) che è molto facile non
sporcarsi le mani quando si è all’opposizione.
Diciamola
tutta, Castro era un tiranno ( nel senso
di colui che viola o si mette al di sopra delle leggi), carismatico, senza
dubbio, ma un tiranno. E comunista, con una variante, legata alla sua
formazione avvocatesca (un poco come Lenin): Castro riteneva gli uomini, le
leggi, le istituzioni plasmabili a piacimento. E violabili (non però dai suoi nemici). Perciò piuttosto che un comunista in senso stretto, Castro era un
costruttivista con il complesso della tabula rasa. Tradotto: un ingegnere
sociale che fucilava, sia con le parole,
come Lenin, sia con i proiettili veri, come Stalin. Insomma, un altro ingegnere delle anime, dotato di
carisma, proprio come Lenin e Stalin. Di qui la “meravigliosa” leggenda che tanto piaceva e piace a quegli irriducibili pellegrini della rivoluzione ancora oggi annidati nel giornalismo e nella politica.
Inutili
sono i paragoni, con chi è venuto prima o dopo. Il si stava meglio quando si stava peggio, lasciamolo ai nostalgici di ogni colore. Piuttosto
si guardi a come è ridotta Cuba oggi, dopo il "sacro"esperimento comunista. Certo, conosciamo il mantra: è colpa degli americani, del blocco, eccetera.
E dove non c'è ( o non c'è stata) dittatura comunista? È sempre colpa degli
americani, of course.
Insomma, i conti non tornano. Diciamo
la verità, se Cuba fosse divenuta il 51°
stato degli Usa, ora i cubani se la passerebbero molto meglio. Altro che
Castro.
Oggi è morto un tiranno. Punto. In
alto i calici.
Carlo Gambescia
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