venerdì 4 novembre 2016

Brexit, lo stop dell’Alta Corte britannica 
Il popolo regna,  ma non governa


Innanzitutto va notata la superficialità di come l’Ansa ha "confezionato" la notizia, eludendo il vero il nodo della questione (*).  Il conflitto  non  è  tra singole figure politiche ( la  signora May, la signora Miller),   oppure  tra istituzioni (il Parlamento, il Governo, l’Alta Corte),  bensì  tra Parlamento e popolo:  popolo che nelle democrazie è sovrano.  Di più,  ne rappresenta il criterio di legittimazione.  Dove non c’ è volontà popolare, si dice,  manca il fondamento  democratico. Il che è vero, anzi verissimo,  ma dovrebbe restare - proprio per il bene del popolo -  solo sulla carta.
In realtà, il  vero punto della questione è che non si doveva giungere fino a tal  punto, allo showdown istituzionale:  la corda della democrazia, peggio ancora se diretta,  non va mai  tirata fino al punto di forzare le cose e mettere così  in crisi  le istituzioni rappresentative.  A  meno che non vi sia qualche pericolo imminente  di  gruppi armati o annidati nelle istituzioni stesse,  quindi un  pericolo  chiaro  ed evidente per tutti, quindi  da reprimere con la forza a qualsiasi costo. Insomma, l’appello al popolo, anche se proclamato nelle carte (costituzionali), va sempre evitato.
Pertanto uno strumento come il referendum, capace di dividere piuttosto che unire, soprattutto  sulle questioni calde, andrebbe evitato, o meglio ancora aggirato. Dove esiste il pericolo di rotture che possano sfociare, anche lontanamente,  in guerra civile, i politici di maggioranza come opposizione devono mediare e trovare soluzioni, come dire, soft, che puntino alla stabilità delle istituzioni.  La democrazia, nella sua versione parlamentare, si regge sul compromesso, la democrazia tout court,  referendaria, sullo scontro. Pertanto, il buon politico, se saggio, dovrebbe riflettere non una ma  mille volte prima di andare al referendum. La regola aurea  è  sopire e troncare, troncare e sopire.
Probabilmente, i britannici, che hanno inventato la democrazia riusciranno a tirarsi fuori da guai  anche questa volta. Tuttavia ciò che preoccupa,  fenomeno oggi  comune a molte democrazie occidentali,  è l’uso da parte di alcuni politici del  ricorso al popolo - il cosiddetto populismo -  come vera e propria arma politica per conquistare il potere, anche a costo di distruggere l’equilibrio istituzionale, così faticosamente costruito. La democrazia rappresentativa  è una preziosa camera di compensazione e soprattutto di decantazione  degli istinti sociali più pericolosi.   Purtroppo, talvolta  per ambizione personali, talaltra per motivi  ideologici,  si preferisce  giocare  con il fuoco, ignorando che, come per il ruolo dei re, nelle  monarchie costituzionali, il popolo nelle democrazie rappresentative deve regnare, ma non governare. 
                                                                                                                           Carlo Gambescia                               

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