Berlusconi e Tremonti
Il crooner e
il pianista…
Ebbene
sì, c’è stato un momento in cui chi scrive ha creduto in Tremonti. Forte delle
confidenze di un economista fallito - uno passato di botto da Polanyi a von
Mises - si è fidato… E ha “comprato” il Tremonti-spazzatura. Salvo poi
ritrovarsi con le tasche vuote, come con i titoli argentini.
Ma quale antitaliano? Ma quale antiBerlusconi? Tremonti spicca come il Gran
Sasso (il Corno piccolo però) in un panorama politico che assomiglia a quello
dell’Aquila dopo il terremoto. Detto fra noi: dove di economia nessuno sa un
cazzo. Salvo che per dare ragione ai vampiri del Fondo Monetario. Tremonti per
giunta non è neppure economista, ma tributarista: un Harry Potter dell’evasione
fiscale, sport che piace molto agli italiani. E forse a questo “dettaglio” si
deve il filing con il Cavaliere.
Insieme fanno una bella coppia: il crooner e il pianista della calcolatrice. Ma
anche delle forbici. Silvio fa il filo alla vecchia signora Italia, senza
concedersi. Anzi fa addrittura la vittima: “Vous
qui passez sans me voir/Sans même me dire bonsoir”…Giulio pigia per
ore sui tasti dei tagli, senza mai alzare la testa. Tranne quando il Cavaliere,
come ogni sera, attacca “Sapessi com’è
strano/sentirsi innamorati a Milano”... I loro occhi allora
s'incontrano e si dicono tutto, ma solo per un attimo.
E gli italiani? Fanno
karaoke...
Carlo Gambescia
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