Piccole apocalissi (annunciate)
Roma senza Papa
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Chiesa Cattolica sotto attacco? Diciamo che
è abituata... Perché è sotto assedio almeno dal 1789. Perciò quel che è
accaduto in Belgio - punta di iceberg di un' offensiva mediatica e giudiziaria
contro i “preti pedofili” - è quasi “routine”.
Riuscirà la Chiesa
a resistere anche questa volta? Forse sì. Ma solo se saprà puntare - se ci si
passa l’espressione da broker - su una politica della domanda…
Ma procediamo per gradi.
Quel che da due secoli il mondo laicista
cerca di imporre alla Chiesa è di restringere la sua attività alla “politica
dell’offerta". Si vuole un cattolicesimo che si occupi esclusivamente
delle anime, ma attenzione: a richiesta dei singoli… Come in una specie di
centro commerciale globalizzato dove la "Boutique-Chiesa", finalmente
normalizzata, offra beni e servizi spirituali solo ai consumatori affezionati.
Ma il vero problema è che la
Chiesa - proprio oggi si celebrano i Santi Pietro e Paolo - è
l’evangelizzazione stessa per eccellenza: la Chiesa è “la” politica della domanda per Dna.
Perché istituzionalmente tesa ad allargare i suoi "mercati", facendo
crescere con saggi investimenti pubblici - l’evangelizzazione - "la
domanda di fede". Insomma, una Chiesa senza missionari sarebbe
inconcepibile. Pertanto - proseguendo nella metafora economica - il
cattolicesimo romano non può limitarsi a una pura politica dell’offerta, perché
per Dna è keynesiano. Detto altrimenti: la Chiesa è da sempre portata a sostenere in modo
diretto la "domanda dei consumatori di fede"... E come? Ripetiamo,
evangelizzando sulla base di un capitale di investimento ideale accumulato in
duemila anni. Perché evangelizzazione significa accettare coraggiosamente la
sfida del "mercati della fede", dicendo e facendo cose sgradite agli
oligopoli laicisti. Non per niente, qual è stata la riposta di Papa Benedetto
XVI alle ultime difficili sfide? Istituire un dicastero per “promuovere una
rinnovata evangelizzazione nei Paesi dell'Occidente”: politica della domanda.
Proprio quel che il mondo laicista teme di più. Pertanto il Papa sembra aver
capito perfettamente i termini della questione. E ha subito risposto per le
rime. Per ora.
Perché “per ora”? Perché resta il problema sociologico dell’
"istituzione-chiesa". Una questione molto seria, legata alla
selezione delle sue élite, alla coesione morale interna, allo spirito di
disciplina, alla disponibilità di risorse economiche. E soprattutto alle
capacità strategiche e di comando dei successori di Pietro. E... principalmente
di Paolo, l'evangelizzatore per eccellenza, da sempre inviso a tutti i nemici
del cristianesimo.
C’è un intrigante romanzo di Guido Morselli, Roma
senza Papa, pubblicato nel 1974, dove si immagina una Città Eterna
affollatissima, piuttosto che di fedeli, di preti cattolici e sommi teologi. I
quali discutono, discutono, discutono... E in
primis su come
riformare “socialmente” la
Chiesa. Mentre il Papa, Giovanni XXIV, uomo soave ma debole,
ha trasferito la sede apostolica a Zagarolo. Dove nella più silente inazione
alleva serpenti. Oltre a intrattenere rapporti d’ amore platonico con una
teosofa di Bengalore…
L’ultimo cattolicesimo evocato da Morselli rinvia profeticamente - il libro fu
scritto nel 1966 - a una Chiesa ripiegata sull’ offerta. Capace solo di
discutere ad infinitum su
come ammodernare la sua offerta di fede… Proprio quello che oggi va
assolutamente evitato. Serve invece "azione": occorre una politica
della domanda. La fede, come i mercati, non si accontenta di una pura politica
dell'offerta. Al laissez faire
che spera in miracolose rinascite, va sostituito un sistematico
"intervento pubblico". La fede non rinascerà mai da sola.
Ma la Chiesa ne sarà ancora
sociologicamente capace?
Carlo Gambescia
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