Figli di un abusivismo minore
Proprio
ieri due emendamenti di provenienza Pdl sembravano annunciare la riapertura dei
termini per il condono fiscale e per quello edilizio. Ma, in entrambi i casi,
un' immediata e ferma (?) presa di posizione del Governo ha escluso che le due
proposte possano trovare un appoggio da parte dell'esecutivo e della
maggioranza.
Insomma, condono sì, condono no? Sembra il
ritornello della “Terra dei Cachi” di Elio e le Storie Tese. Un pezzo che,
guarda caso, iniziava così: “Parcheggi
abusivi, applausi abusivi, villette abusive, abusi sessuali abusivi; tanta
voglia di ricominciare abusiva…”.
Anche perché Berlusconi, il gaudente, nicchia, mentre Tremonti, il duro, lo
esclude. Ma forse è il caso di fare un passo indietro, perché qui non è solo
questione di “emendamenti ritirati”…
Il “Piano Casa” (marzo 2009) per rilanciare il settore edilizio, caro al
Cavaliere (“Sempre caro mi fu quest’ermo
cemento”) e al tempo stesso andare incontro alle contorte esigenze
degli abitanti del Paese dei Cachi (dove l’85 per cento vive in case di
proprietà) è suddiviso in due punti: il primo dà la possibilità al singolo
cittadino di effettuare interventi di ampliamento e/o ricostruzione della
propria abitazione. Il secondo, riguarda la semplificazione delle procedure
burocratiche inerenti lavori di edilizia.
Il primo punto, per ora, è sfociato in un’ intesa con le Regioni, per cui
queste ultime si impegnano ad approvare proprie leggi in materia urbanistica,
contenenti eventuali aumenti di volumetria e/o la possibilità di demolizione e
ricostruzione.
Il secondo punto, per il momento, è culminato in un decreto legge di
semplificazione approntato dal Governo, sul quale però non c’è ancora piena
intesa tra Governo e Regioni. Comunque sia, nel piano nel suo complesso, non si
parlava di sanatorie.
Dopo di che è giunto Tremonti, armato di forbici, a fornire un alibi alle
Regioni. Che “poverine” si sono subito “attaccate” al fatto che senza
l’assoluta certezza di ricevere i trasferimenti finanziari promessi, il Piano
casa non può partire, se non aumentando le tasse o facendo i condoni edilizi…
Ovviamente, le Regioni governate dal centrosinistra, vittime del solito
riflesso condizionato da socialismo reale, hanno definito qualsiasi sanatoria
come una manna per le ville dei ricchi. Il che non è vero, perché 2 italiani su
3 sono proprietari di almeno un immobile, e 1 su 3 ha commesso un abuso
edilizio (nel Sud 2 su 3). Insomma, i “figli di un abusivismo minore” sono
tanti, troppi, per poter parlare di ingiustizie sociali…
Vorremmo però sapere qualcosa di più su un’altra iniziativa in materia,
annunciata all’inizio di giugno da alcuni senatori del Pdl circa un possibile
condono edilizio per “i mini-abusi": quelli, come si dice con furbo
pietismo, commessi per “necessità”. Che fine ha fatto? Parliamo di una
"leggina" che Carlo Sarro, senatore PdL, presentava, nella speranza
di indorare la pillola, come “una soluzione agli abusi commessi per necessità.
Tipo: allargo la casa di 50
metri per avere una stanza in più per i figli”. Ed
escludendo “ chi fa abusi speculativi e si costruisce un palazzo di 60 piani”.
Ripetiamo la domanda: che fine ha fatto la "minisanatoria" di Sarro
& Company?
In proposito va ricordata anche la reazione spropositata di Angelo Bonelli,
ayatollah, pardon, Presidente nazionale dei Verdi e Capogruppo del Sole che
Ride alla Regione Lazio. Il quale liquida tutte le precedenti sanatorie come
“prova provata che il condono è di per sé un atto criminogeno che non solo
legalizza reati gravi, ma porta con sé atti e comportamenti che attentano
all’ambiente, ledono l’interesse di tutti i cittadini e della Pubblica
amministrazione”. “Da anni - prosegue - noi Verdi denunciamo i rischi legati al
condono, come quelli di ottenere in via preventiva una sanatoria edilizia per
un abuso commesso successivamente”. Bonelli chiede perciò “l’ immediata
demolizione da parte del Comune di Roma di questi abusi perché è necessario
dare un segnale forte”.
Oddìo, il taglio della mano destra, solo per una finestrella del bagno in più,
forse è troppo…
Battute a parte. Bonelli spara a palle incatenate. Ma, in effetti, un’altra
sanatoria, ammesso pure che sia solo per i "mini-abusi", non è
sicuramente un segno di trasparenza. O no?
Carlo Gambescia
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