Redditometro
Il Re Fisco è
nudo!
La questione
del redditometro ha un suo lato comico. Per quale ragione? Perché vuole
tradurre in realtà un principio che traducibile non è: pretendere
di conoscere a menadito cosa spende ogni italiano. Il che potrebbe
essere argomento di una fiction a sfondo orwelliano, ma non di un concreto
programma di politica fiscale… Che invece dovrebbe essere rivolto alla
facilitazione delle procedure di compilazione della denuncia
dei redditi. E soprattutto privo di qualsiasi risvolto poliziesco, come
quello di considerare presuntivamente colpevoli tutti gli italiani, obbligandoli
a preventive e complicate verifiche.
Dicevamo lato comico… Certamente. Perché la pretesa di far rientrare le varie spese dei singoli, da sempre elastiche, soprattutto nella società complessa, in uno schema statistico (il redditometro), per sua natura rigido e quindi fonte di possibili errori, rettifiche e altre complicazioni burocratiche, fa pensare all' inane tentativo di svuotare il mare con un cucchiaio... Il che fa sorridere. Anche se, purtroppo, tutto ciò avviene nel silenzio generale degli italiani (perché i mugugni non contano).
Dicevamo lato comico… Certamente. Perché la pretesa di far rientrare le varie spese dei singoli, da sempre elastiche, soprattutto nella società complessa, in uno schema statistico (il redditometro), per sua natura rigido e quindi fonte di possibili errori, rettifiche e altre complicazioni burocratiche, fa pensare all' inane tentativo di svuotare il mare con un cucchiaio... Il che fa sorridere. Anche se, purtroppo, tutto ciò avviene nel silenzio generale degli italiani (perché i mugugni non contano).
Insomma, il fisco,
come il famigerato re nudo, si gloria dei nuovi e sontuosi vestiti, godendo
della servile condiscendenza di cortigiani e popolo. Ma fino a quando? Ci sarà
pure, da qualche parte, un “fanciullo” capace di farsi ascoltare gridando
davanti a tutti la nudità del Re Fisco? O no?
Carlo Gambescia
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