lunedì 14 gennaio 2013



La posta di donna Mestizia
(di Roberto Buffagni)


Cara donna Mestizia,
*perché questa inutile, arretrata querelle sui figli di coppie omosessuali? E’ la cosa più semplice del mondo. Io per esempio ho spiegato alla mia primogenita A***, nata nel 2006 in California, che per metterla al mondo sono stati necessari un seme, un ovetto e una pancia. Il papà aveva solo il seme, l’ovulo lo ha donato una donna e un’altra, C***, ha fatto crescere in pancia prima A*** e, nel 2008, il suo fratellino B***. La madre surrogata C*** ha fatto anche da testimone di nozze a me e a mio marito. Veniamo chiamati entrambi “papà”, o Papacco e Patò. Per adesso nessuno chiede dov’è la mamma. Quando sarà il momento, rintracceremo la donatrice.
Papacco 2013

Caro Papacco 2013,
mi permetta di congratularmi con Lei e con la Sua molteplice famiglia. Tutti lamentano che nella nostra società la figura paterna si indebolisce fino a dileguarsi, con gravi conseguenze sull’equilibrio dei bambini. Fortunati i Suoi figli, che di padri ne hanno addirittura due!

* * *

Cara donna Mestizia,
cos’ha in mente ‘sto patacca? Cos’altro vuole? Lo abbiamo fatto senatore a vita, gli abbiamo regalato il governo, gli abbiamo votato tutto quello che voleva, lo abbiamo incensato, servito e riverito; e lui, invece di tornare nel suo frigo ad aspettare buono buono che una volta vinte le elezioni, lo chiamassimo a fare il Superministro dell’Economia, non solo si presenta con una lista sua, ma continua a dire in giro che destra e sinistra non esistono! Bè, ma scherziamo? Se la sinistra non esiste, cosa gli andiamo a dire ai nostri ragazzi, che sono dei figli di N.N.?
Babbo Ansioso

Caro Babbo Ansioso,
La invito a leggere attentamente la lettera precedente, a firma “Papocco 2013”, nella quale si espone un caso felice di fecondazione eterologa. Le analogie con il Suo caso saltano agli occhi, e dovrebbero tranquillizzarLa. Come il governo uscente, anche il prossimo sarà concepito all’estero e avrà due padri, Lei e il personaggio che Lei, in un momento di irritazione, designa con il termine di “patacca”. Suvvia! Invece di turbare la serenità dei Suoi ragazzi e in generale degli elettori italiani con questi spiacevoli contrasti domestici, perché non fate pace e non cominciate a farVi chiamare anche Voi con i simpatici, teneri vezzeggiativi di “Papacco” e “Patò”? Quanto ai Suoi ragazzi, mi permetta un consiglio. Finché non Vi chiedono dove sia la mamma dei Vostri governi, non impensieriteli con premature delucidazioni. Quando verrà il momento, potrete sempre rintracciare la donatrice dell’ovulo, e invitarla a casa, magari in visita di Stato, per una bella pizza insieme alla madre surrogata. Al giorno d’oggi, che ci vuole a prendere un volo da Washington o da Berlino?

* * *

Cara donna Mestizia,
svaporata l’euforia per la mia eccezionale interpretazione televisiva dell’altra sera, nella quale ho ridotto in briciole due dei miei più accaniti avversari e mi sono confermato un’inarrivabile star, mi è sorto un dubbio angoscioso. E se niente niente vincessi sul serio le elezioni? Sa, il pubblico è come i dodicenni, si immedesima, si emoziona, si mette a fischiare il cattivo e ad applaudire il buono… Con tutti i problemi che ho, ci mancherebbe solo questa.
Una vita per il teatro

Caro Una vita per il teatro,
sono i pericoli della democrazia. Ma stia tranquillo: è proprio per sventarli che esistono i media e la magistratura.



Roberto Buffagni è un autore teatrale. Il suo ultimo lavoro, attualmente in tournée, è Sorelle d’Italia – Avanspettacolo fondamentalista, musiche di Alessandro Nidi, regia di Cristina Pezzoli, con Veronica Pivetti e Isa Danieli. Come si vede anche dal titolo di questo spettacolo, ha un po’ la fissa del Risorgimento, dell’Italia… insomma, dell’oggettistica vintage...

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