mercoledì 2 gennaio 2013

Come sarà il 2103? 
Calma piatta ma al ribasso...





Che anno ci aspetta? La crisi economica, stando agli esperti, almeno per i primi tre quadrimestri continuerà a infierire. La politica, probabilmente, come già osservato, evolverà (o  regredirà, dipende dal punto di vista politico del lettore)  verso un governo di centrosinistra, frutto di accordi  post-elettorali  e con Monti premier. Per quel che riguarda l’Italia sociale, infine, non sembra vi  siano all’orizzonte grandi novità: gli italiani sono troppo attaccati a uno stile di vita, duramente guadagnato negli anni,  per rinunciarvi proprio nel  2013. Perciò continueranno a stringere i  denti.
Certo, la crisi sta “rimodellando” le aspettative di benessere verso il basso. Ma difficilmente gli italiani, popolo, si dice, molto conservatore, opteranno per esperimenti di tipo economico-sociale vagheggiati da alcune minoranze politiche. All’azione, da noi, si preferisce il mugugno di chi invidia la migliore condizione (anche di poco) dell'altro, o  eventualmente il voto di protesta,  salvo però tornare subito all’ovile.
Non facciamo del qualunquismo sociologico. Sappiamo benissimo che l’italiano del 2 gennaio 2013 è abbastanza diverso da quello del 2 gennaio 1813: più istruito, più informato, più ricco.  Tuttavia rimane molto vivo  quel rapace amore verso se stessi,  animato talvolta da un invidia distruttiva, sopravvissuto ai  più diversi regimi politici, sociali ed economici degli ultimi duecento anni.

Non facciamo neppure del moralismo, dal momento che resta  difficile  indicare modelli ideali da seguire: nessuno è perfetto,  figurarsi i popoli...  Forse gli italiani potrebbero imparare  ad accettarsi per ciò che sono, senza cercare di imitare questo o quello.   Magari,  tentando  di trasformare   un' invidia quasi   atavica  da distruttiva in costruttiva: puntando sull' emulazione  a  migliorarsi e non   sulla pretesa di  "abbassare" o distruggere "l'altro più in vista", dopo averne imitato gli aspetti peggiori.  Su come possa essere  possibile tutto ciò,  rinviamo al classico  libro di  Helmut Schoeck ( L'invidia e la società, Liberilibri). Ovviamente,  si tratta solo di un saggio,  in cui,  tuttavia,  sono  studiati molto bene  i  meccanismi  non solo negativi (anzi...) dell'invidia sociale.    
Certo, una "conversione" del genere  sarebbe  un bel salto,  quasi un miracolo...  E probabilmente non basterebbero altri due secoli...  
Concludendo, per il 2013, poche novità in vista:  per così dire,  calma piatta ma al ribasso...


Carlo Gambescia

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