Le "Considerazioni
finali" di Draghi
Solo politica dell’offerta
.
La scoperta dell’America… Anzi “Amerika”, perché gli Stati Uniti sono una terra
dove la vita, molto competitiva, non è facile per nessuno… Parliamo
dell’ennesimo appello, molto “amerikano”, di Draghi. O meglio reaganiano,
benché, ogni volta, soprattutto a sinistra, si eviti di ammetterlo. Guai
accostare un reazionario come Reagan a un banchiere illuminato…
Nelle Considerazioni Finali,
il futuro Presidente della Bce si è pronunciato, come suo solito, per una
drastica riduzione del peso del fisco su imprese e lavoro: «Andrebbero ridotte
in misura significativa le aliquote, elevate, sui redditi dei lavoratori e
delle imprese, compensando il minor gettito con ulteriori recuperi di evasione
fiscale, in aggiunta a quelli, veramente apprezzabili, che l’amministrazione
fiscale ha recentemente conseguito». Inoltre, secondo Draghi, «per incentivare
il ricorso al capitale di rischio andrebbe ridotto (…) il carico fiscale sulla
parte dei profitti ascrivibile alla remunerazione del capitale proprio».
Questa politica economica si chiama supply-side
economics. Detto altrimenti: economia dal lato dell’offerta. Ed è tipicamente
neoliberista, perché oppone la libera iniziativa di imprenditori detassati,
quali rappresentanti dell’offerta, all’economia della domanda, di origine
keynesiana, basata sull’intervento pubblico, teso a far crescere occupazione,
welfare e, di riflesso, domanda di consumi.
Semplificando: per i neoliberisti lo Stato deve restare a guardare (politiche
dell’offerta), mentre per i welfaristi intervenire (politiche della domanda).
Una politica, quella dell’offerta, che piacque molto a Reagan ( e prima ancora
alla Thatcher). Ma attuata con esiti alterni, perché diminuì l’inflazione, salì
non di molto l’occupazione, ma crebbero soprattutto i poveri. Rischi,
attualmente, non così remoti anche per Europa e Italia, stando ai dati non
certo incoraggianti sui cosiddetti livelli occupazionali e di povertà.
E cosa dire del programmino che Draghi si propone di realizzare una volta
insediato al vertice Bce? Citiamo ancora dalle Considerazioni Finali: «La Banca Centrale
Europea ha come obiettivo primario la stabilità monetaria: né la presenza di
rischi sovrani né la dipendenza patologica di alcune banche dal suo
finanziamento possono far deflettere da questo obiettivo». Capito? Di sicuro,
in questo modo (politica dell’offerta e taglio della spesa pubblica) l’occupazione,
almeno a breve, non crescerà, mentre certamente salirà il numero dei poveri.
Ma quel che preoccupa è il silenzio che pare sempre più avvolgere tutte le
forze politiche. Una passività verso l’imperante vulgata “offertista” che
probabilmente nasce dal timore di venire liquidati come bolscevichi, solo
perché favorevoli al timido ritorno di politiche della domanda.
Un cosa però va detta. Se oggi chi difende la politica della domanda è vicino
alle Guardie Rosse, allora chi la combatte, come Draghi, sta con le Guardie
Bianche. A ciascuno il suo.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento