martedì 14 giugno 2011

La vittoria dei Sì 

Tempesta in un bicchier d’acqua



Hanno vinto la paura per il nucleare e l’antiberlusconismo viscerale. L’effetto-Giappone ha spinto al voto quasi la metà degli elettori del Centrodestra; elettori che in larga parte, come sembra, hanno votato Sì, dando un contributo decisivo al conseguimento del quorum e alla vittoria del fronte abrogazionista. Mentre l’odio viscerale verso il Cavaliere ha fatto ilresto, coagulando tutte le opposizioni, radicali o meno, prontissime a votare Sì sul Legittimo Impedimento. Naturalmente, nel conto va anche messa una spruzzatina (anzi spruzzatona) di quell’individualismo protetto e casereccio (molto italiano), che scorge nel pubblico ogni salvezza, tranne in occasione della Dichiarazione dei Redditi…
Questi i fatti. Ovviamente, come da copione, il Centrosinistra per bocca di Bersani ha subito chiesto le dimissioni di Berlusconi. Per contro, Di Pietro, stranamente si è smarcato. Mentre la Lega sembra minacciare sconquassi. Invece, Berlusconi ha già dichiarato che andrà avanti.
Tempesta in un bicchier d’acqua? Forse. Sempre che la Lega non decida a Pontida di ritirare l’appoggio al Governo. Insomma, Berlusconi potrebbe farcela di nuovo. Del resto il Cavaliere ha già perso, e clamorosamente, altre due volte (1996, 2006), quindi l’imbattibilità è soltanto un mito incapacitante del Centrosinistra. E tra l’altro, questa volta, si è trattato di referendum, come quello sul nucleare, ad alto tasso di irrazionalità.
Probabilmente, per tenere in piedi la baracca governativa, basterebbe un taglio alle tasse. Il che però, stante il Patto di stabilità, non sembra possibile. Tuttavia, qualora Berlusconi insistesse, Tremonti potrebbe anche dimettersi. Di lì alla crisi di governo, il passo sarebbe breve, nonché vista l'età del Cavaliere, il profilarsi del cosiddetto richio-fine ciclo. Ma sfiduciare il Ministro dell'Economia, e di riflesso una Lega Pro-Tremonti, sarebbe un suicidio. E, si sa, Berlusconi non è uno stupido.
Del resto, al di là degli entusiasmi dell’ora, il Centrosinistra è cosciente della propria mancanza di coesione e della debolezza programmatica. Un fattore, quest’ultimo, reso ancora più complicato dal perdurare della crisi economica e dall’impossibilità, per qualsiasi governo, di alimentare il consenso puntando sulla crescita della spesa pubblica. Quindi, per il Centrosinistra andare al Governo subito, anche per interposta figura (governo tecnico, o di salvezza nazionale), o puntare alle elezioni a ottobre, con una Legge di Stabilità (lacrime e sangue) da varare, potrebbe essere un suicidio.
Concludendo, la paura fa novanta nel Centrodestra come nel Centrosinistra. Di conseguenza, per ora, non è alle viste nessuna grande svolta politica. Probabilmente, il Governo tirerà a campare fino all’approvazione della Legge di Stabilità, e forse anche oltre la primavera 2012. Come Di Pietro sembra aver già  capito.

Carlo Gambescia

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