L’errore di non leggere Rawls
Dalla
“quantità” di commenti ieri ricevuti, pari a zero, abbiamo capito che al nostro
lettore di Rawls (nella foto) non gliene frega niente.
E per fortuna che parliamo di un gigante della filosofia politica contemporanea
- come del resto Hayek - che, a prescindere, andrebbe conosciuto ed
eventualmente approfondito. E soprattutto dai cosidetti “antiliberali”: quelli
con gli occhi iniettati di sangue, di cui la Rete abbonda.
Comunque sia, prendiamo atto.
Perché questo disinteresse? Il lettore della Rete non ama le sfumature: o
bianco o nero. Predilige le sciabolate. Forse perché la sua età media è molto
bassa. Del resto anche il livello della cultura media oggi è quello che è…
Se si parla male degli Usa, di Berlusconi, del capitalismo, oppure del welfare,
dei "comunisti", eccetera, crescono visitatori e commenti. E
purtroppo anche le discussioni infinite e non sempre utili. Altrimenti nisba:
approfondire seriamente stanca.
E’ come quando si insegna a scuola o all’università: in una classe di
venticinque-trenta studenti a malapena ti seguono in tre: uno perché è
“lecchino”, uno perché vuole essere il primo della classe, uno perché è
veramente interessato. Tutti gli altri tirano a campare. Figurarsi in assenza
di voti o esami...
Perciò sperare di fare un lavoro critico all'interno della Rete - nel senso di
fornire strumenti a persone “vogliose” di sapere - riteniamo sia assolutamente
inutile.
C’est la vie.
Carlo Gambescia
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