Internet migliora la vita del
giornalista? Mah...
.
Internet nuova frontiera del giornalismo?
Dipende. Intanto, ecco un piccolo episodio personale a proposito della
soppressione delle tariffe postali agevolate.
Qualche giorno fa l’Ufficio Stampa di un editore ci ha inviato la seguente
e-mail:
.
“Gentile collega, come sicuramente saprai il
decreto 30 marzo 2010 del Ministero dello Sviluppo Economico pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale (…) ha provocato un aumento del 700% dei costi di spedizione
dei libri. In questi giorni stiamo valutando soluzioni alternative per poter
inviare con la consueta velocità e puntualità le copie per recensione; in
attesa di risolvere questo problema possiamo sopperire inviando via e-mail il
pdf del libro e il jpg della copertina. Siamo consapevoli che questo provocherà
disagi al tuo lavoro ma, al momento, non possiamo fare diversamente”.
.
Che vogliamo dire? Che Internet migliora la
vita del giornalista, ma fino a un certo punto… Perché quel pdf sempre che non
si voglia tentare una massacrante lettura sul pc, andrà stampato, rilegato e
messo sul proprio conto spese o su quello del giornale. Dopo di che una
fotocopia non sarà mai un libro…
E visto che siamo in argomento, squarciamo del tutto il “velo dell’omertà”
internettista: la tanto “comoda” rassegna stampa giornaliera su Internet
sbriciola la vista…
Certo, secondo il mantra ufficiale il futuro appartiene al giornalismo on line.
Ed è vero. E’ di marzo scorso la notizia che gli americani usano internet per
informarsi più dei giornali di carta: dopo le stazioni televisive locali e
nazionali, il web sarebbe diventato la terza fonte di informazione negli Usa.
Anche in Europa siamo sulla stessa strada. Una ricerca di Microsoft, su “Europe
Logs on Internet Trends of Today & Tomorrow”(2009), sostiene che alla fine
del 2010 l’utilizzo di internet raggiungerà una media di 14,2 ore alla
settimana rispetto alle 11,5 ore alla settimana della tv. E con i giornali in
terza posizione come negli Usa.
Ma, come alcuni rilevano, per molti editori il “fenomeno” Internet si è
trasformato in una scusa per tagliare i costi del personale. Altri invece
ritengono che la stampa cartacea in futuro svolgerà un ruolo importante nel
settore delle inchieste e del giornalismo di opinione. Può darsi.
C’è però una controindicazione in chiave di psicologia della lettura e della
scrittura: i testi on line, di regola, devono essere più brevi; di qui certa
sinteticità che non guasta, ma anche il pericolo di eccessive semplificazioni.
Perciò, come spingere il lettore, una volta abituatosi alle “notizie-pillole”
in rete, a sorbirsi editoriali e inchieste “a lenzuolo” in cartaceo? I testi
lunghi rischiano di finire appannaggio di pochi. Altro che giornalisti e
lettori partecipativi…
Per dirla con il buon Eliot: “Quel che il tempo ci apporterà sicuramente, è una
perdita; un guadagno o un compenso sono quasi sempre concepibili, ma non
certi”.
E i poeti ne sanno sempre una più del diavolo. Perciò a buon intenditor...
Carlo Gambescia
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