Il silenzio del Papa…
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Sulla
questione dei sacerdoti pedofili stanno venendo alcuni nodi al pettine. Quello
più importante, probabilmente, resta il nodo del rapporto tra democrazia e
Chiesa Cattolica.
In linea di principio le istituzioni politiche moderne, in quanto democratiche
e pluraliste, si reggono su una stampa libera capace di controllare il potere
politico ed economico. L’obbedienza dei cittadini è perciò sempre revocabile,
perché vincolata a un consenso informato su verità mutabili.
Per contro, e sempre in linea di principio, le istituzioni religiose,
soprattutto se a sfondo monoteistico e gerarchico, rifiutano controlli interni
a mezzo stampa. L’obbedienza dei suoi membri è pertanto irrevocabile, perché
vincolata a un consenso informato su verità immutabili.
Allora perché meravigliarsi se la vicenda dei sacerdoti pedofili, rilanciata
principalmente dalla stampa, sembra presentare tutte le caratteristiche del
dialogo tra sordi?
La sostanza della campagna giornalistica mondiale è nel fatto che si vuole
imporre alla Chiesa Cattolica la rinuncia ad essere un’istituzione religiosa.
Si pretende che si trasformi in istituzione politica moderna, democratica e
pluralista, soggetta al controllo della stampa. Si chiede alla Chiesa,
istituzione antichissima, gerarchica ed elitaria per eccellenza, di
trasformarsi in una moderna democrazia repubblicana di massa, controllata dai
media e con un Papa-Presidente, sempre "dimissionabile". Si pensi
solo a certi accenni della stampa americana al Watergate che rischia di
travolgere Roma, con Benedetto XVI al posto di Nixon…
Insomma, si vuole imporre alla
Chiesa - chiedendo a gran voce che il Santo Padre prenda posto sul "banco
degli imputati" - una scelta sociologicamente contronatura (la
"sua" natura di istituzione religiosa) .
In pratica, si chiede al Papa di non fare il Papa. E Lui giustamente tace. Che
altro potrebbe fare?
Carlo Gambescia
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