Elettorato deluso e disorientato
Destra e sinistra pari sono?
La delusione dell'elettorato italiano di centrosinistra
(basta fare un "giretto" on line), è più che palpabile. In italia sta nascendo un governo sinistra che
praticherà una politica economica di destra. O che comunque non sarà
sostanzialmente differente dalla politica di Berlusconi. E' perciò comprensibile il disorientamento di alcuni settori dell'elettorato di sinistra.
Ma perché un governo di sinistra - e il problema non è
solo italiano - non può praticare una politica coerente, soprattutto sul piano
economico?
In primo luogo, va registrato l' appiattimento generale
della politica sull'economia. Quale economia? Quella liberista (tagli di
bilancio, privatizzazioni, flessibilità, eccetera), privilegiata dai poteri
economici. Di conseguenza la regola aurea governativa, da mettere sempre in
pratica, è quella dell'equilibrio di bilancio. Il che però non consente una
crescita degli investimenti sociali.
In secondo luogo, la politica, appiattendosi
sull'economia, a destra come a sinistra, si è trasformata in pura gestione
dell'esistente. L'obiettivo più importante, o "epocale", è ormai solo
quello della riduzione del debito pubblico... Trionfa la retorica politica: gli
uomini politici parlano, specie in campagna elettorale, di risolvere i problemi
sociali e ambientali, ecc. Ma poi ogni decisione effettiva finisce per essere
collegata al ferreo controllo della spesa pubblica. E presentata ricorrendo a
un linguaggio complesso... Che i cittadini non riescono quasi mai a
comprendere.
In terzo luogo, questo clima politico, in cui si promette
molto, per poi in realtà non realizzare nulla di concreto, ha determinato quel
disinteresse per la politica, che porta oggi 1 europeo su 3 a non votare. E appena, gli
elettori, sembrano di nuovo tornare ad appassionarsi, come è accaduto di
recente in Italia, subito i vincitori sembrano fare il possibile per deludere
il proprio elettorato. Si tratta evidentemente di un disinteresse favorito
dagli stessi poteri economici. Si segua infatti con attenzione, la crescente
discrepanza, tra le dichiarazioni (retorica) e realtà. Per fare un esempio
italiano. Tra l'immaginoso "lavoriamo tutti insieme" dichiarato da Prodi" e la più che certa nomina di un uomo di destra, all'Economia come Padoa-Schioppa... Ma il discorso potrebbe essere esteso ad altri paesi europei (in
Spagna ad esempio la politica economica di Zapatero è molto più a destra di
quella di Aznar).
I poteri economici ordinano i politici si adeguano? Forse è proprio così. Magari con il contentino delle "cariche istituzionali"...
Di certo, quando, pur votando per forze politiche differenti, il
risultato politico-economico non cambia, significa che il sistema democratico è
bloccato o non funziona come dovrebbe. Il che spiega la crescente delusione degli elettori. Ma come riuscire a tenere alto il livello di
partecipazione in un sistema politico, che una volta finita la
"mobilitazione" elettorale, fa tutto il possibile per tenere i
cittadini lontani dalla politica?
Carlo Gambescia
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