La storia del Novecento ha visto di tutto. Perfino passare Mussolini per uomo di pace.
Al duce in realtà dispiacquero le manifestazioni pacifiste degli italiani al suo ritorno da Monaco 1938.
Pertanto inutile meravigliarsi se Trump e Putin, ora soprattutto il primo, sono considerati uomini di pace. Si chiama anche fascino discreto del pacifismo. La pace attrae sempre. E i mascalzoni in senso politico ne approfittano.
Del resto, in particolare dopo due grandi guerre mondiali, la pace non può non essere una causa popolare. Chi oserà mai schierarsi dalla parte della guerra?
Ad esempio, oggi la sinistra scende in piazza per l’Europa. Idea che mette d’accordo le sue variopinte componenti. Guai a parlare di guerra. Sarebbe il fuggi fuggi.
Eppure la stessa sinistra pacifista non ha paura, come spesso proclama, di dichiarare guerra al capitalismo. Come pure Trump e Putin non sono due santi: il primo vuole prendersi Canada e Groenlandia con le buone o cattive, il secondo sta per raggiungere il suo scopo: smembrare militarmente l’Ucraina.
E la destra? Ha improvvisamente riscoperto la pace. Da Giorgia Meloni che voleva affondare le navi Ong, a Salvini che difende tabaccai e benzinai dalla pistola dalla facile.
Si pensi al generale Vannacci, che dorme in mimetica, e che ora predica la pace. Tragicomico. Oppure ai tanti esperti militari, vicini alla destra (ma anche alla sinistra), che fanno il giro delle sette chiese mediatiche per mettere in guardia contro le guerre atomiche.
Guerre, si perdoni l'inciso, di cui, al di là degli episodi di Hiroshima e Nagasaki, non sappiamo nulla, perché mai effettivamente combattute su larga, media e piccola scala. Quindi, ripetiamo, in modo non episodico. Esiste una letteratura al riguardo ma di natura pacifista, quindi non scientificamente obiettiva, al pari, si badi bene, della letteratura bellicista sempre in materia.
Quanto ai duri e puri di estrema destra ed estrema sinistra, ci si divide equamente in pacifisti filotrumpiani e in pacifisti filoputiniani.
Per l’intero arco pacifista da destra a sinistra, l’unico cattivo, il guerrafondaio per eccellenza, in questa tragicommedia, rimane l’eroico Zelensky. L’aggredito. Paradossale. Si pensi all’ immaginario paese di Ladropoli dove gli uomini onesti finiscono in prigione e i disonesti si danno alla bella vita.
Zelensky, ha goduto finora , e per fortuna, di appoggi istituzionali, da parte di “color che sanno”. Gli ultimi moicani della ragione.
Infatti sono dalla parte di Kiev le élite illuminate, legate ai valori liberali, di Gran Bretagna, Francia, Germania (dell’Italia meglio non fidarsi). Difficile dire se lo saranno fino in fondo. Però, al momento non deflettono. Contro piazze populiste e pacifiste manovrate non sempre per caso dalla destra e dalla sinistra. E con il minimo sforzo. Rimane invece arduo il lavoro di “color che sanno”, perché, piaccia o meno, la guerra divide, la pace unisce.
Che poi sia la pace bovina degli allevamenti intensivi resta un particolare secondario. Primum vivere si ode ripetere…
Perfetto. Auguri.
Carlo Gambescia
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