venerdì 2 agosto 2024

La destra del Bar Sport

 


Che malinconia. Non si parla più del soldato ucraino. A Kiev combattono anche le donne, su un piede di parità: tutti insieme si battono e si sacrificano per la libertà dell’Ucraina e per la difesa dell’Occidente. Mentre da noi si discute di pugilato femminile, alzando un inutile polverone, che serve solo alla destra, quella che tira il sasso e nasconde la mano. Cioè una destra che non si propone realmente per quello che è: fascista. Chissà se quest’ultima “tecnica” potrà diventare un giorno una disciplina olimpica. Giorgia Meloni, la signora diciotto vani, nata vittima dai lunghi artigli, potrebbe aspirare alla medaglia d’oro.

Torniamo al pugilato. L’algerina Imane Khelif è una donna dalla nascita. Non è uomo, un travestito, eccetera come si scrive sui giornali di Angelucci. Punto. Certo, con problemi ormonali. Una ragazza di famiglia povera, però brava a tirare di boxe. La bella storia – vera – di un Rocky al femminile. Purtroppo esistono regole discordanti, sulla misurabilità ormonale, a suo favore come nel caso delle Olimpiadi francesi. Quindi è stata ammessa.

A questo punto il discorso doveva essere chiuso. E invece no. La destra, la più brava del Bar Sport, ne ha approfittato – ecco il lancio del sasso – per attaccare il mondo lgbtiq+, woke, eccetera ( si faccia un giro sui social). Accuse  pretestuose che  non c’entrano nulla con la questione della “pugilessa”. Nascondendo però subito la mano: “le nostre critiche sono di natura sportiva”, il confronto è “impari” perché la “pugilessa” italiana, che “deve incontrarla ne uscirebbe sconfitta”, anzi, parapapapapà, l’Italia, ne uscirebbe sconfitta. Sul comportamento della “pugilessa” italiana, Angela Carini, torneremo più avanti.

Qual è il succo di questo discorso? 1) la destra legge e ordine, la destra  delle "regole",  non accetta le regole; 2) la destra appena può, figurarsi nello sport, risveglia subito il fantasma del nazionalismo, che invece si dovrebbe lasciare tranquillo; 3) la destra non si fa scrupolo di trovare qualsiasi scusa per attaccare tutto ciò che non rientra nell’alveo della famiglia tradizionale. Una famiglia che però vede il marito “andare a mignotte” giovanissime ( si pensi al consorte della Mussolini), comportarsi da erotomane (come il compagno della Meloni). E si potrebbe risalire fino alle non poche amanti del duce, di Ciano e compagnia cantante. Per non parlare dei fasti sessuali dei telefoni bianchi  tra gerarchi e attricette.

Capito? Però il problema è la “pugilessa” con gli ormoni che ballano. Ballano, non a Parigi però. Massa di ipocriti fascisti. Gentaglia che tira il sasso e nasconde la mano.

Quanto alla “pugilessa” italiana, che al primo al cazzotto si è ritirata in lacrime, che dire? A Napoli si dice: “chiagni e fotti”. Diciamo che, volente o nolente, si è prestata al gioco orchestrato dalla destra, seguendo quella bella tradizione italiana, che prima del 25 luglio, erano tutti fascisti, dopo tutti antifascisti… Ora ricomandano i fascisti, ergo. Sicuramente verrà ricevuta dalla signora diciotto vani.

E la sinistra? Il Partito democratico ha subito proposto di legificare, regolamentare, normare. A ogni livello ormonale – e non importa se si tratta di quattro gatti o gatte – deve corrispondere, si dice, una categoria pugilistica. Se poi gli ormoni sono ballerini, vanno e vengono, che si facciano i salti ormonali di categoria, magari con domanda in carta da bollo. Alla bilancia si sostituisce il bilancino. Anzi il timbro, ovviamente digitalizzato. La sinistra è aperta alla modernità.

Così stanno le cose. La destra sfrutta la situazione, la sinistra legifica. Una risposta liberale, no? E quale sarebbe? Finirla con la boxe maschile e femminile: tutti contro tutti. E lo stesso dovrebbe valere per altri sport. Giù gli steccati. Ma veramente.

Dimenticavamo, onore al soldato ucraino. Con o senza reggiseno.

Carlo Gambescia

Nessun commento:

Posta un commento