domenica 4 agosto 2024

In difesa di Israele

 


Le cifre talvolta aiutano a capire più di tante parole.

Israele. Quanti sono gli israeliani? Circa dieci milioni. Quanti gli ebrei nel mondo? Circa 15 milioni. Quanti sono gli arabi? 450 milioni. Più, al momento (ma non sono arabi), 90 milioni di iraniani, accaniti nemici di Israele. E infine quanti sono i musulmani nel mondo? Circa due miliardi.

Il che significa che se Israele abbassasse la guardia, ne sarebbe sommerso. Cancellato, come predicano i suoi nemici.

Palestinesi. Quanti erano nel nel 1948? 1 milione circa. Quanti sono i palestinesi oggi? Circa 5 milioni. Parlare di genocidio è pura e semplice propaganda.

Vogliamo parlare di un genocidio vero? La popolazione ebraica europea nel 1939 era di circa 10 milioni. E nel 1946? Circa 4 milioni. In questo caso parlare di genocidio non è propaganda.

Sono tutti dati, diciamo di massima, reperibili in Rete, alle rispettive voci qui ricordate.

Pertanto se è vero come è vero che il numero, anche se non sempre, può essere potenza, l’unico modo di ridurre le distanze tra Israele e i suoi nemici rimanda a due fattori: 1) alla tecnologia, in particolare militare; 2) all’aiuto e compattezza dei suoi alleati occidentali.

Al momento la tecnologia militare di Israele è superiore a quella dei nemici. Per contro la compatezza dei suoi alleati occidentali lascia a desiderare. Esistono sia negli Stati Uniti che in Europa forti correnti politiche antisemite. L’assenza di compattezza tra gli alleati nel tempo potrebbe influire sulla qualità della tecnologia militare israeliana.

Inoltre sussiste un terzo fattore: i nemici di Israele, al di là delle schermature retoriche, non vogliono assolutamente trattare: auspicano la distruzione di Israele. Pertanto Davide deve difendersi, anche con azioni preventive, per mettere Golia in condizioni di non nuocere.

La pace, almeno per ora, è impossibile. In primo luogo per ragioni demografiche, come detto; in secondo luogo, per ragioni culturali, Israele è un paese moderno, l’Islam vive ancora nel medio evo, con gli arabi – pensiamo alle masse in particolare – che vanno a ruota. Esiste perciò una profonda cesura culturale tra Israele e i suoi nemici; in terzo luogo, per ragioni militari: se Israele disarmasse, soccomberebbe in un attimo.

Se questi sono i termini della questione, l’Occidente non può lasciare solo lo stato di Israele. Se cadesse, sarebbe un secondo Olocausto. Più esteso del primo.

Può permettere l’Occidente,che ne fu in larga parte responsabile,un altro genocidio? Esiste ancora per l’Occidente una parola che si chiama onore?

Carlo Gambescia

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