lunedì 13 dicembre 2021

Presi tra due fuochi: Pro Vax e No Vax

 


Funzionano i vaccini? Non funzionano? Il problema, sociologicamente parlando non è questo. O comunque, come vedremo, non è solo questo.

Per quale ragione? Perché si è creata una situazione divisiva che vede una parte, quella filogovernativa, Pro vax, sostenere che i vaccini funzionano egregiamente, e un’altra parte, quella No Vax, ritenere che i vaccini non servono o addirittura fanno male. Insomma, tra i seguaci delle due tesi non c’è ponte comunicativo.

Sullo sfondo, però, ecco la grande questione, c’è un’epidemia, pardon pandemia, che segue il suo corso, colpendo mortalmente, ora però in misura staticamente inferiore, solo gli ultraottantenni e le persone, come dicono i medici, con patologie pregresse. In tutti gli altri casi, se il virus colpisce è curabile. Questi i fatti. Che però ogni parte in lotta vede a suo modo.

Per capirsi, esistono insieme, pur seguendo strade diverse, l’epidemia-pandemia e la rappresentazione dell’epidemia-pandemia.

Il conflitto tra Pro Vax e No Vax si svolge sul piano della rappresentazione pubblica del romanzo epidemico-pandemico (poi vedremo come si articola). Perciò  di una battaglia politica che non esclude, tra i contendenti,  il ricorso a menzogne, colpi bassi, eccetera, eccetera. Atteggiamenti bellicosi e isterici rilanciati in chiave massmediatica con toni infantili sempre più alti, da “democrazia emotiva”, anzi nevrotica, che non lasciano spazio alla pacata riflessione.

I due approcci – Pro Vax (“Ultimi giorni dell’umanità”) e No Vax ( “È in atto un complotto politico-sanitario”) – sono inadeguati. E vanno nella comune e disastrosa direzione del dialogo tra sordi. O se si preferisce della politica della logica: dello scontro fine a se stesso.

Ovviamente, a trarne i maggiori vantaggi, per ragioni di posizione, sono i Pro Vax, allineati con il governo. Una macro-struttura che dispone di mezzi coercitivi e dell’appoggio mediatico mainstream, legato all’inevitabile fascino del potere politico a portata di mano. 

Il che spiega la ridicolizzazione dei No Vax, che però a loro volta dipingono gli avversari, cadendo ugualmente nel ridicolo, come tenebrosi cospiratori.

Che fare? L’errore fondamentale è stato commesso dai governi che si sono succeduti negli ultimi due anni. Che hanno sposato la logica della rappresentazione emotiva, o peggio ancora nevrotica. Un scelta che non poteva non scatenare una risposta altrettanto scomposta e irrazionale da parte della gente. Sia in direzione Pro Vax che No Vax.

Il discorso pubblico di conseguenza si è inabissato, fino a toccare i fondali, seppure esistono, della pericolosa metamorfosi dell’avversario in nemico e del nemico in capro espiatorio. Il famigerato sonno della ragione.

Perciò, al punto in cui siamo, appellarsi ai dati è inutile o quasi. No Vax e Pro Vax vedono solo quello che vogliono vedere. Il disegno generale è quello della guerra totale: dei vincitori e dei vinti.

Pertanto, c’è poco da fare. La rappresentazione dei fatti, ossia il romanzo epidemico-pandemico cui accennavamo – salvifico millenarista (Pro Vax) o criminale-complottista (No Vax) – ormai ha assunto forza propria e va avanti da solo, indipendentemente dagli uomini, che pure si illudono di dominare la situazione.

Ovviamente, i Pro Vax, dispongono di mezzi politici e mediatici, che i No Vax neppure sognano. Inoltre, l’ inevitabile conformismo di massa gioca a favore delle politiche governative Pro Vax.

Chi scrive, attenzione, non è dalla parte dei Pro Vax come dei No Vax, ma della ragione, della riflessione, della mediazione politica. È contrario allo stato d’emergenza (che si vuole prorogare ancora per altri sei mesi) come alle fantasticherie complottiste (che viaggiano a velocità pericolosa sui social).

Per prima cosa andrebbero abbassati i toni. E invece accade l’esatto contrario

Ieri l’ Ansa ha pubblicato una foto di Draghi, con i baffetti hitleriani, diffusa, si dice, da alcuni gruppi No Vax, che, come si legge, vorrebbero passare alle vie di fatto contro il Premier.

Il ridicolo fotomontaggio, perché di questo si tratta (soprattutto se paragonato alle tragiche foto di Moro nelle mani dei brigatisti rossi), sembra essere una trovata goliardica, per quanto di pessimo gusto. Per contro, non sembra meno grave la scelta editoriale della maggiore agenzia di stampa italiana di spingere sul pedale del romanzo criminale sull’epidemia, pardon pandemia.

I No Vax non sono “quattro scemi”, come talvolta si legge. Sono la punta dell’iceberg di un’Italia impaurita, nevrotica che per ora crede al governo e ai media mainstream. Un governo che invece di ponderare le scelte demonizza qualsiasi critica. Provocando, per il momento, sebbene in pochi, reazioni altrettanto emotive e radicali.

Dicevamo all’inizio che il problema non è quello del funzionamento del vaccino. 

 In realtà, una volta spiegato il ruolo trainante, sul piano sociologico, del romanzo sull’epidemia-pandemia, c’è da augurarsi il lieto fine, perché il governo ha inopinatamente sposato la tesi “degli ultimi giorni dell’umanità”. Di conseguenza, se la campagna vaccinale dovesse fallire il governo finirebbe per perdere del tutto la testa e provocare reazioni di segno contrario di intensità collettiva crescente.  E se i No Vax sono l’altra faccia della stessa medaglia nevrotica non c’è di che essere allegri.

Siamo tutti presi tra due fuochi.

Carlo Gambescia

(*) Qui: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/12/12/draghi-nel-mirino-dei-no-vax-nelle-chat-minacce-al-premier-tutte-le-sere-sotto-casa-sua_f6ee4e78-2fe5-41c6-9552-96e24b8cc62f.html .

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