mercoledì 15 dicembre 2021

MASSIMO CACCIARI, UNA FACCIA DI BRONZO

 


Massimo Cacciari appartiene a pieno a titolo alla categoria sociale delle facce di bronzo.

A dire il vero, da studiosi per diletto del fenomeno, abbiamo sempre fiutato fin da giovani, gli intellettuali “in predicato”. Per questa ragione non abbiamo mai stimato Cacciari, neppure quando la nuova destra gli sbavava intorno, con uscite tipo “A Massimo è piaciuta la copertina di ‘Elementi’ “.

Certo, come si dice, il “filosofo”, deve criticare il potere, deve sapere cambiare idea, eccetera, eccetera. In realtà, Cacciari non ha mai cambiato idea, antimoderno era, antimoderno è rimasto. Né ha mai criticato sul serio il potere, altrimenti, ora farebbe compagnia a Toni Negri.

Perché, da maestro della “ciacola”, si è sempre fermato un attimo prima per farsi i cazzi propri (pardon) : deputato del partito comunista, sindaco di Venezia, professore ordinario a due passi da casa sua, (oggi “emerito”), collaborazioni su giornali a grande tiratura. Insomma, un borghese ben sistemato, membro cooptato di quella moderna borghesia sulla quale ha sempre sputato veleno. Certo, in latino e greco, quindi nessuno capiva un cazzo (aripardon): ma che bontà, ma che bontà, ma che cos’è questo latino qua? Platone delle Ande? Aristotele della Gallura? No Cacciari. Ma che bontà, ma che bontà…

Da ultimo si atteggia a No Vax. Però, da povero discriminato (così si ritiene) scrive sulla “Stampa”. Quando si dice il caso.

E di che scrive? Oggi, per esempio, prende le distanze dai No Vax come dai Pro Vax. In sostanza cosa dice? Che gli uni e gli altri ritengono che gli uomini per decidere dispongano di tutte le informazione necessarie… E che invece non è così, perché le conoscenze sono limitate e gli effetti delle azioni imprevedibili… E che quindi non esistono né una conoscenza assoluta e perfetta (Pro Vax) , né un supervecchio capace di organizzare a tavolino complotti altrettanto perfetti (No Vax).

Approccio condivisibile. Che però Cacciari ha sposato a quasi ottant’anni. Condivisibile, perché è quello di Popper e Hayek, che antimoderni non sono mai stati. E che per giunta dicevano queste cose, quando Cacciari (processo inverso a quello di Colletti), dopo essersi stufato di Hegel e Marx, civettava con i geroglifici ideologici di Nietzsche, Heidegger e Wittgenstein, quest’ultimo nemico giurato di Popper, fino al punto sembra di sfiorare lo scontro fisico.

E ora che fa? Ci ammannisce la lezioncina sulla mano invisibile, con sessant’anni di ritardo.

Che faccia di bronzo.

Carlo Gambescia

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