Per farla breve: il Super Green Pass, se non si è guariti, prevede, di fatto, una “vaccinazione” ogni quattro mesi. Altrimenti, si sarà costretti a subire una dura quarantena, come pure l’ interdizione persino dall’uso dei mezzi pubblici.
Una misura – attenzione – che permarrà per tutta la durata dello stato d’emergenza (*). Durata che dipende dalle decisioni del governo. Insomma, mai fine pena…
Vergogna! Le misure prese sono gravissime. Si costringono le persone all’ inoculazione ogni 120 giorni di uno pseudo vaccino sul cui valore terapeutico non sono d’accordo neppure gli scienziati. Al riguardo si ripercorra la storia dei vaccinazioni, e soprattutto dei richiami, sempre in numero ridottissimo, a cominciare da quello storico contro il vaiolo. Si capirà subito che il vaccino è una cosa seria e un fattore di progresso. E che oggi, di conseguenza, qualcosa non funziona.
Che cosa? Lo abbiamo scritto un milione di volte. L’epidemia, pardon pandemia, si è tramutata, probabilmente fin dall’inizio, in risorsa politica, in fatto organizzativo, in frenesia di fare comunque qualcosa per guadagnare o non perdere consenso. Si pensi, per capirsi, a un infernale mix tra demagogia e pandemia. Una miscela socialmente esplosiva.
Di qui, l’uso della parola magica: vaccino. Impiegata alla stregua di tante altre parole o frasi magiche dei nostri tempi, come “uguaglianza”, “umanità”, “nessuno resterà indietro”, “dov’è lo stato?”, e così via.
Si è puntato sul piano comunicativo e organizzativo sulla natura risolutiva delle vaccinazioni di massa. Cosa però, che per un serie di ragioni (dalla breve sperimentazione a una complicata produzione di massa) non era fattibile fin dall’inizio.
Il che ha nevrotizzato le “autorità”, favorendo nei riguardi dei cittadini, anch’essi, avviluppati in un clima di paura, sempre più in precarie psichiche. Sottoposti a estenuanti politiche dello “stop and go”, basate, sulle teorie di Pavlov, sui colori, sulle cifre manipolate, sulle dichiarazioni apodittiche dei cosiddetti scienziati con incarichi politici ed istituzionale. Quindi legati al potere.
Ciò è accaduto nel brutto quadro astratto di una visione assistenzialista, in cui lo stato si sostituisce all’individuo. Come però? Accrescendo le aspettative, senza però avere – perché impossibile dal punto di vista fiscale, se non si vuole giungere all’espropriazione – le risorse necessarie per soddisfarle. Di qui, i successivi giri di vite, le “strette” alle nostre libertà, per evitare l’implosione, dove sono presenti, dei sistemi sanitari pubblici. E così salvaguardare una specie di fabbrica del cioccolato elettorale.
Gli ultimi provvedimenti, come dicevamo, non sono altro che lo scontato approfondimento di una politica illiberale, ridotta al grado zero del rapporto tra comando e obbedienza, senza alcun rispetto per la libertà dei singoli e per il delicato rapporto tra imposizioni pubbliche e libere scelte private. E la cosa peggiore è dettata, ripetiamo, da un clima di disorientamento generale, in cui Willy Wonka Draghi, passa pure per buono…
Carlo Gambescia
(*) “Green Pass Rafforzato: Dal 10 gennaio 2022 fino alla cessazione dello stato di emergenza”. Qui la chiave di lettura, in senso autoritario, del provvedimento: “Il decreto prevede che la quarantena precauzionale non si applica a coloro che hanno avuto contatti stretti con soggetti confermati positivi al COVID-19 nei 120 giorni dal completamento del ciclo vaccinale primario o dalla guarigione nonché dopo la somministrazione della dose di richiamo”. https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/12/29/il-nuovo-decreto-su-quarantene-e-super-pass-in-pillole_7eea665a-e25f-49fa-82e5-0e5b6f0b0546.html .