sabato 6 ottobre 2018

L’Ue all’Italia, il Def non va
Verso una Dresda  economica




La politica va sempre studiata, non  basandosi su  ciò che dicono i politici, ma  su ciò che fanno. Attenzione: non però nei termini del moralistico esame  delle  contraddizioni tra le grande idee morali declamate e le  inevitabili  inadempienze fattuali. Dal momento che l’eterogenesi dei fini e l’incompletezza   delle azioni umane  fanno  parte dell’ordine naturale delle società.
L’analisi deve essere invece  più sottile e occuparsi delle  giustificazioni delle  azioni politiche, economiche,  sociali. Ad esempio Hitler voleva la guerra, o comunque farsi largo a ogni costo tra le altre nazioni. Ebbene,  se si vanno a rileggere le spiegazioni  dei suoi colpi di mano negli anni Trenta, si scopre che,  prima e  dopo ogni   occupazione e  invasione,  il dittatore  si dichiarava  un uomo di pace  e  che il suo unico scopo era il benessere del popolo tedesco. Insomma, Hitler faceva la guerra, evocando la pace. 
C’era una contraddizione? Sì, ma non   riguardava, ripetiamo,   il contrasto  tra valori e realtà, ma la giustificazione delle azioni politiche: si evoca  la pace,  mentre in realtà si vuole fare  guerra.    Si potrebbe risalire  fino ad Augusto - e probabilmente ancora più indietro -  che  sosteneva  di  difendere le istituzioni repubblicane, mentre  in realtà poneva le basi per l’impero.
Quindi, ora,  il meccanismo di analisi  dovrebbe essere chiaro.   
Lo stesso metodo, per venire  all’attualità,  va esteso alla politica verso l’UE dell’attuale governo giallo-verde, non nel senso ovviamente che Salvini e Di Maio, vogliano invadere Bruxelles, bensì in quello che  a parole ci si dichiara europeisti,  mentre nei fatti si punta allo scontro frontale.  Naturalmente, evocando,  la difesa del benessere degli italiani,  che, come si sottolinea, soltanto in un’altra Europa, della quale però non si delineano le istituzioni,  potrebbe essere realmente  garantito.  
Il disegno di Salvini e Di Maio, è quello di uscire dall’euro e dall’UE, e, di fatto,  ce la stanno mettendo tutta (si pensi solo al Def e alla politiche contro l’immigrazione), però si nascondono dietro il consueto "paravento" politico.  Quale?  Che si potrebbe andare d’accordissimo,  soltanto se l’Europa cedesse sul riarmo economico dell’Italia.  Certo,  Hitler, pretendeva più navi, aerei, cannoni e territori da sfruttare, Salvini e Di Maio si accontentano di  più spesa pubblica e di  meno  stranieri.  Però, la logica politica è la stessa.
Come finirà?
Il mondo democratico, allora,  fece un passo indietro, sicché  Hitler, vinse la pace, per così dire, per poi perdere  l'inevitabile  guerra.   Salvini e Di Maio, se l’Ue   deflettesse,   potrebbero  anch'essi vincere la pace e perdere, per così dire,  la guerra.  Per quale ragione? Il lettore prenda fiato: perché, per gli italiani, considerato, il tenore di vita attuale, abbastanza alto, le conseguenze dell'isolamento economico, frutto avvelenato di una sconsiderata politica nazionalista che, inevitabilmente, di rimbalzo,  metterebbe  in crisi anche l' Europa, obbligandola, magari dopo aver ceduto,  a prendere atto della guerra economica, potrebbero essere più devastanti di  quelle subite militarmente  dal popolo tedesco.  
Anche perché, i mercati, le borse e i cambi  non perdonano.  Si rischia  perciò  di andare  verso una seconda Dresda, ma economica.  

Carlo Gambescia