La sfida di Renzi
Invitiamo
gli amici lettori a valutare la proposta
di Renzi sulla base di un unico fattore (tra poco diremo quale). Anticipiamo che eviteremo qualsiasi approccio
moralistico, del tipo si può o meno
discutere di riforme elettorale con Berlusconi, eccetera, eccetera.
Ora,
la sociologia politica insegna (si veda il bel libro di Sartori recensito
giovedì scorso) che un sistema bipolare
può funzionare, indipendentemente dalla legge elettorale scelta, se il
l’elettore “pensa” e “vota”
“bipolarmente”. Dal momento che,
come insegna Sartori, puntare sul bipartitismo
in un contesto dove gli elettori
esprimono preferenze pluripartitiche
rischia di trasformarsi in un vuoto e
pericoloso esercizio di pedagogia istituzionale. Perché una parte degli
elettori si asterrà dalle urne, un’altra in qualche misura continuerà a votare
per i micropartiti e solo una parte minima opterà per le forze politiche
maggiori. Quindi un sistema elettorale sbagliato può favorire la delegittimazione dio tutto il sistema politico.
Ma
qual è la situazione italiana? Che si è
in presenza di un quadro tripolare in cui l’elettorato di centro si è molto
assottigliato come del resto lo spazio elettorale per i micropartiti. Ma lasciamo la parola a Ilvo Diamanti.
Alle recenti
consultazioni [febbraio 2013, ndr], i soggetti politici centristi, insieme,
hanno superato a stento il 10% dei voti validi. Intercettati, in larga misura,
dal partito di Monti, Scelta Civica (8,6%, alla Camera).
"Cannibalizzando" l'Udc di Casini, che non ha raggiunto il 2%. Mentre
Fli, il partito di Gianfranco Fini, si è fermato allo 0,5%. Cioè: si è fermato.
Ma oggi il loro peso elettorale, nei sondaggi, appare ulteriormente diminuito.
Meno dell'8%. Principalmente a causa del declino di Sc (scesa sotto il 5%).
In definitiva: la "salita" in campo di Monti ha allargato di poco lo
spazio elettorale del Centro (che, alle consultazioni del 2008, si era
attestato intorno al 6%). Ciò riflette la tendenza "bipolare" che si
è affermata nel corso della cosiddetta Seconda Repubblica, fondata da e su
Berlusconi. Dal 1994 in
poi, infatti, gli elettori si sono abituati a votare per due schieramenti
alternativi. Lasciando ai margini chi si poneva "nel mezzo". Mentre è
cresciuto il peso dei soggetti politici esterni e contrapposti al sistema
partitico. La Lega ,
ieri, ma soprattutto il M5S, oggi.
Non a caso, gli elettori che si posizionano al Centro dello spazio politico fra
Sinistra e Destra sono, appunto, il 10% (Sondaggio Demos, ottobre 2013). Mentre
la maggioranza si colloca a Centro-destra/Destra. Oppure a
Centro-sinistra/Sinistra. Ma, soprattutto, "fuori" (oltre un terzo).
In altri termini, i "centristi", i sedicenti "moderati", si
schierano, prevalentemente, di qua o di là. A (Centro) Destra o a (Centro)
Sinistra.
http://www.repubblica.it/politica/2013/10/21/news/grande_equivoco_piccolo_centro-69069849/
Perciò
l’ Italia sarebbe, sociologicamente matura, più di venti anni fa, per una legge
elettorale, come quella proposta da Renzi, capace di favorire il bipartitismo.
E
Grillo? La terza forza? Diciamo che la
parola - democraticamente - spetterebbe
agli elettori. Perché questa volta,
stante il rifiuto dell’ ex comico di qualsiasi alleanza a sinistra, gli
elettori potrebbero premiare M5S , trasformandolo nel secondo o primo partito, oppure penalizzarlo, cancellando M5S o quasi dal sistema
partitico.
Ma,
più in generale la sfida riguarda, anche destra e sinistra, che in qualche
misura, dovrebbero assecondare i desiderata dell’elettorato riaccorpandosi.
In
conclusione, la sfida di Renzi si muove, sociologicamente, nella direzione giusta.
Carlo Gambescia
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