venerdì 20 dicembre 2013


La polemica sulle slot machine
Lo "Stato Tartufo"  






E'   ridicola e  tartufesca la  polemica  sull'aiuto indiretto ( minori tagli e più fondi)  ai  comuni moralmente "meno virtuosi":  quelli  che  non emanano norme restrittive sul  gioco d’azzardo. 
Piccola premessa. Lo stato non deve mai  auto-attribuirsi o  attribuire  ad altri soggetti  patenti di moralità o immoralità. Le pubbliche  istituzioni devono occuparsi di altre cose, molto più concrete: difesa, politica estera, sicurezza pubblica.  E  non  legiferare sulla vita privata dei cittadini,  cercando di misurarne la virtù. Con i propri denari, ognuno di noi  è  libero di fare ciò che vuole: giocare d’azzardo, comprare cibo  per i poveri, andare in crociera, donarli alla Chiesa, garantire un elevato tenore di  vita a una giovane  e bella amichetta eccetera,  eccetera.
Invece in Italia siamo al punto che lo stato, come nel caso delle slot machine,  si comporta  in modo ipocrita, da vero Tartuffe, il celebre personaggio di Molière :  per un verso  ritiene  giusto  contrastarle, “come impone il buon Dio”,  per l’altro,  poiché la  burocrazia  statale è  un'  avida divoratrice  di risorse, per sopravvivere non può fare a meno di  creare, favorire e colpire fiscalmente qualsiasi nuovo cespite. 
Il meccanismo è quello del prima vieta,  poi autorizza,  infine tassa:  un'attività  fa male, perché così ritiene   “la Morale" di  "Papà  Stato”?  Allora prima la si vieta,  salvo poi  autorizzarla. E naturalmente dopo aver tenuto sulla corda gli investitori...   Dulcis in fundo, si  introducono  tasse proibitive e, cosa più importante,  il solito sistema degli incentivi/disincentivi…  Sìcché  abbiamo da un lato un meccanismo di aiuti e tagli ai comuni che, di volta in volta,  promettono o meno di  impegnarsi  nel contenimento di un  nascente mercato,  dall’altro la necessità strutturale  dello stato di favorire lo sviluppo delle sale da gioco  per accrescere sempre più le entrate.  Ora, la norma del decreto contestato, va nel senso di far aumentare gli introiti fiscali  perché impone il taglio dei trasferimenti ai comuni  che  pongono vincoli al mercato delle slot machine.  Il che ha subito provocato l’insurrezione della composita tribù dei moralisti di Italia: austeri  ex comunisti, socialisti  moralizzatori, sagrestani  di destra e  di  sinistra, vecchi e nuovi sostenitori dello stato etico.
La vera questione, tuttavia,  non  è  premiare o penalizzare i comuni, innescando il circuito vizioso dei tagli e degli aiuti dello "Stato Provvidenza",  ma di lasciare che l’economia delle slot machine si sviluppi liberamente, permettendo ai singoli di esercitare  libertà di scelta e alle  forze dell’ordine  il compito di  reprimere, se necessario, gli eventuali  reati commessi.   
E le cosiddette “ludopatie”?  Da non specialisti non entriamo nel merito della sindrome.  Di sicuro, dal punto di vista sociologico,  se “prontualizzata” dalla sanità pubblica,  la "ludopatia",  rischia di diventare un altro strumento  di  oppressione sociale e fiscale  nelle mani di uno  Stato Burocrate, Terapeuta e Tartufo, abituato a trattare i cittadini come minori piagnucolosi,  capricciosi e   naturalmente  bisognosi di aiuto e correzione.
E allora i  giocatori incalliti che si rovinano? E le famiglie che subiscono i danni?  È la libertà, bellezza… Qualche volta ci si può fare anche male.   E si può  fare del  male anche gli altri.   


 Carlo Gambescia  

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