Todos democratici?
Il “test” di José Ortega y Gasset
José Ortega y Gasset (1883-1955) |
Tutti democratici?
Ma cosa significa essere democratici? E qual è la differenza specifica
tra il democratico e il demagogo? Per capire meglio, chiediamo
aiuto al grande José Ortega y Gasset, il quale ci propone un “test”:
« E se prima dicevo
che non è lecito essere “anzitutto” democratico, adesso aggiungo che è neppure
lecito essere “solo” democratico. L’amico della giustizia non può fermarsi al
livellamento dei privilegi, all’assicurare l’uguaglianza di diritti per quello
che in tutti gli uomini vi è di uguale. Sente la stessa urgenza di fare leggi,
di legittimare quello che vi è di disuguale tra gli uomini. Qui abbiamo il
criterio per discernere dove il sentimento democratico degenera in plebeismo.
Chi si irrita nel vedere trattati diversamente gli uguali e non si commuove nel
vedere trattati ugualmente i disuguali, non è democratico, è plebeo» (J. Ortega
y Gasset, Lo spettatore, Bompiani,
1949, vol. I, p. 153).
Con il termine
«plebeismo» Ortega rinvia a una forma mentis pre-politica la cui
assenza, favorisce la metamorfosi della democrazia in demagogia:
Perché - ed è bene ripeterlo - chiunque
si infastidisca « nel vedere trattati
diversamente gli uguali e non si commuove nel vedere trattati ugualmente i
disuguali, non è democratico, è plebeo». Può sembrare paradossale, ma per
il filosofo spagnolo, ogni buon democratico non può non essere anche
aristocratico… Anzi, deve essere prima di tutto un aristocratico.
Impresa non facile, ai suoi come ai nostri tempi.
Concludendo, todos
democratici? Il “test” di Ortega, merita una
verifica, individuale: avvertiamo fastidio
e commozione quando, eccetera, eccetera? A ognuno di noi
il compito di rispondere.
Carlo Gambescia
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