venerdì 28 settembre 2012



Todos democratici? 
Il “test” di José Ortega y Gasset

José Ortega y Gasset (1883-1955)

Tutti democratici? Ma cosa significa essere democratici? E qual è la differenza specifica  tra il democratico e il demagogo?  Per capire meglio, chiediamo aiuto al grande José Ortega y Gasset, il quale ci propone un “test”:
« E se prima dicevo che non è lecito essere “anzitutto” democratico, adesso aggiungo che è neppure lecito essere “solo” democratico. L’amico della giustizia non può fermarsi al livellamento dei privilegi, all’assicurare l’uguaglianza di diritti per quello che in tutti gli uomini vi è di uguale. Sente la stessa urgenza di fare leggi, di legittimare quello che vi è di disuguale tra gli uomini. Qui abbiamo il criterio per discernere dove il sentimento democratico degenera in plebeismo. Chi si irrita nel vedere trattati diversamente gli uguali e non si commuove nel vedere trattati ugualmente i disuguali, non è democratico, è plebeo» (J. Ortega y Gasset,  Lo spettatore,  Bompiani,  1949,  vol. I, p. 153).
Con il termine «plebeismo» Ortega rinvia a una forma mentis pre-politica  la cui assenza, favorisce la metamorfosi della democrazia in demagogia:  Perché  - ed è bene ripeterlo  -    chiunque si  infastidisca «   nel vedere trattati diversamente gli uguali e non si commuove nel vedere trattati ugualmente i disuguali, non è democratico, è plebeo».  Può sembrare paradossale, ma per il filosofo spagnolo, ogni buon democratico non può non essere anche aristocratico… Anzi,  deve essere prima di tutto un  aristocratico. Impresa non facile, ai suoi come ai nostri tempi.  
Concludendo, todos democratici?   Il  “test” di Ortega,  merita una verifica, individuale:   avvertiamo fastidio e  commozione quando, eccetera, eccetera?   A ognuno di noi il compito di rispondere.

Carlo Gambescia

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