Finanziamento pubblico dei partiti
e filosofia del tranvai...
Nel carteggio
Gaetano Mosca-Guglielmo Ferrero, citiamo a memoria, Mosca, all’epoca (fine anni
Dieci del Novecento), deputato, senatore, Sottosegretario, si scusa
con Ferrero, perché non potrà recarsi alla Camera, e così inoltrare una
lettera, a causa « dello sciopero del tranvai».
La classe politica
alla quale apparteneva Mosca, i cui membri (certo non
tutti...) non potevano permettersi neppure la
carrozza, venne liquidata dal fascismo come totalmente corrotta e
inetta. Quei liberali, in realtà onesti, pur avendo vinto la
guerra - e che guerra - persero il dopoguerra… Ma questa è
un'altra storia.
Cosa vogliamo
dire? Che tra Gaetano Mosca e
Luigi Lusi, tesoriere della Margherita (Fiorito è ancora
sotto inchiesta), c’è in mezzo una "cosa" che sia chiama
finanziamento pubblico dei partiti. Una stortura che va
assolutamente eliminata. Certo, non si sopprimerà del tutto
la corruzione: gli uomini sono esseri imperfetti... Siamo
perciò davanti a una scelta di male minore. Si tratta,
insomma, di ridurre le tentazioni... E, per dirla fuori
dai denti, di evitare che siano finanziate - le tentazioni -
a spese dei cittadini.
Semplifichiamo
troppo? Forse. Ma una cosa è certa: i partiti, a tutti i livelli,
non vanno più foraggiati pubblicamente. Che si
arrangino. Non sono in grado di autoriformarsi? Ebbene,
si provveda immediatamente per decreto legge. Qui servono
fatti. Napolitano e Monti, se volessero potrebbe intervenire,
e con il plauso dell'Europa. Questa volta, a differenza del
"golpetto" bianco per far cadere Berlusconi, avrebbero
l'appoggio totale della pubblica opinione.
Ora, basta! Che i nostri deputati tornino a prendere il “tranvai” come faceva Gaetano Mosca.
Ora, basta! Che i nostri deputati tornino a prendere il “tranvai” come faceva Gaetano Mosca.
Carlo Gambescia
Nessun commento:
Posta un commento