venerdì 14 settembre 2012

Renzi come Blair?



Chi è Matteo Renzi? Un  situazionista che vuole far carriera? O peggio, come talvolta si legge,  una quinta colonna berlusconiana a sinistra? Oppure, come scrivono i suoi ammiratori, un politico intelligente? Addirittura un piccolo Blair italiano?

Renzi è politicamente  molto preparato,  ambizioso qb (quanto basta), come chiunque scelga i riflettori della politica  e, cosa più importante, ha ben intuito, oltre a quella della sinistra,  la crisi politica e sociale   in cui versa la destra italiana.  E qui si pensi  a un   Pdl  che si è rivelato  non solo  incapace   di parlare da destra, ma di   praticare, un volta al governo, politiche di destra: sburocratizzazioni, delegificazioni, privatizzazioni, liberalizzazioni  e,  in primis, come si impose la Thatcher, di ridurre drasticamente il potere dei sindacati.
Renzi ha capito tutto questo, e da un pezzo. Quindi, perché meravigliarsi del suo appello agli elettori del Cavaliere?  A quei poveri sfigati (se ci si passa l’espressione), che votano un partito mezzo socialista, mezzo democristiano; mezzo missino, ma che di  thatcheriano, soprattutto sul piano della politica economica, non ha mai avuto nulla, se non le chiacchiere di Berlusconi.
Certo,  questo non è un programma di sinistra.  Diciamo che Renzi, strizzando  l’occhio all’elettore di destra, ogni volta che accelera su privatizzazioni, liberalizzazioni eccetera,  punta a  perseguire il progetto di una sinistra socialmente  maggioritaria, capace di aggregare  anche il voto moderato di destra:  quel che è riuscito a Blair in Gran Bretagna.  E qual è lo  scopo di Renzi?   Isolare l’estrema sinistra, saltare il centro e, al tempo stesso, combattere, recependone alcune istanze, la cosiddetta antipolitica. L’esatto contrario di ciò che si propone Bersani. Il quale aspira a   mettere insieme, solo politicamente , sinistra e centro,  secondo il classico modello del Compromesso storico, per isolare la destra e i suoi elettori ( cui somma i "fascisti" antipolitici di Grillo). In questo modo però, Bersani persegue, come  per imprinting,  la  tradizionale linea del partito comunista. Per farla breve:  Renzi si ispira a  Blair, Bersani a Berlinguer.
Concludendo, Renzi è un piccolo Blair, che però - cosa fondamentale -  non può contare su un  sistema elettorale come quello britannico. Perciò, ammesso e non concesso che possa vincere, difficilmente potrà  governare.

Carlo Gambescia 

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