Italia in retroguardia...
Consigliamo un' attenta lettura del Rapporto sul mercato del
lavoro 2011-2012, curato da Carlo Dell’Aringa, presentato lunedì al Cnel, il
Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro presieduto da Antonio Marzano.
Il documento, corredato di inoppugnabili grafici e tabelle, è
scaricabile qui: http://www.cnel.it/53?shadow_documenti=22786
. Il consiglio, in particolare, è rivolto a coloro che sono
"affamati" di analisi concrete. Il Rapporto, insomma, costituisce
l'esatto contrario di quello che gira sulla Rete
I media ieri ne hanno pubblicato ampi resoconti,
ponendo giustamente l’accento sul rilevantissimo calo di
produttività nel settore manifatturiero dagli anni Settanta ad oggi
(tecnicamente, dell'output per ora
lavorata). In realtà, un passo del Rapporto è stato
trascurato. Ragion per cui lo riportiamo integralmente: «È palese
che ancora per diverso tempo i paesi della periferia tenderanno a perdere
terreno, dato che la crisi limita le opportunità per nuovi investimenti, un
passaggio necessario per qualsiasi recupero di efficienza. La caduta degli
investimenti caratterizza non solo il settore privato, ma anche il pubblico,
visto che le esigenze di bilancio si traducono in minori risorse da destinare
al rafforzamento della dotazione infrastrutturale. Si ricade quindi pienamente
in una situazione che giustifica un allargamento del gap di produttività fra i
paesi della periferia europea e le economie dell'area tedesca».
Naturalmente, tra i paesi della periferia, ci siamo anche
noi. Il che significa che la crisi, oltre ad approfondire il
solco produttivo tra paesi periferici e no, in Italia durerà più a lungo
che altrove, perché legata, stante l’impossibilità interna per le «esigenze di
bilancio» di accrescere gli investimenti infrastrutturali, alla ripresa esterna
delle economie non periferiche.
Concludendo, ormai siamo economicamente in retroguardia: le
carte non siamo noi a darle. La partita si gioca altrove.
Carlo Gambescia
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