Mafia-romanzo e mafia-crimine
Oggi desideriamo suggerire una chiave interpretativa
diversa. Niente di definitivo, solo un piccolo spunto - tra i tanti - per
fornire una “lettura”, probabilmente non proprio ortodossa
di un fenomeno del resto complesso come la mafia.
Ci spieghiamo subito. La mafia, non è soltanto un fenomeno
criminale è “anche” metafora di un certo modo, diciamo letterario,
di interpretare la realtà. Esiste la mafia, per l' appunto,
come organizzazione criminale che viene combattuta con
l’armamentario legale e sociologico dello stato e della società civile (leggi
penali, polizia, magistratura, campagne mediatiche, manifestazioni,
associazioni). Esiste però anche la mafia - per sintetizzare -
come romanzo, in genere frutto di teorie cospirative (le più
diverse), intorno al fenomeno organizzativo reale (articoli, inchieste
giornalistiche, libri, film, eccetera).
Ora, quando si parla di mafia, come accade in questi giorni
tristemente commemorativi, i due approcci si mescolano e il romanzo intorno
alla mafia, spesso con finalità legate alla lotta politica, finisce per aver la
meglio.
E cosa succede? Che la mafia-romanzo si sostituisce
alla mafia- organizzazione criminale o più brevemente
alla mafia-crimine. E così, come in ogni buona teoria
cospirativa, la fantasia finisce per divorare la
realtà. E in che modo? Scorgendo ovunque tracce di “mafiosità”.
Tuttavia - per semplificare - se tutti sono mafiosi, perfino
il droghiere che rubacchia sul peso, nessuno è mafioso. Si
precipita insomma nell’indeterminato… Nella spirale del né vero né falso…
L’enunciato mafia rischia l' inverificabilità.
Certo, è doveroso combattere il delittuoso
silenzio dei "conniventi", ma non
crediamo giusto contrastarlo, commettendo l'errore
opposto: quello di sostituire al silenzio il frastuono mediatico
sulla "fanta-mafia", se ci si passa
l'espressione. Magari facendo la fortuna, per fare solo un piccolo
esempio, di giornalisti, registi e sceneggiatori. Ma
anche di coloro - i veri mafiosi - che
nelle torbide acque della mafia-romanzo possono nascondersi e
sguazzare meglio. E qui si pensi all'ambiguo ruolo giocato dai pentiti
non solo nelle sedi giudiziarie, ma soprattutto in
"letteratura"...
Il che non può giovare alla lotta contro la
mafia-crimine.
Carlo Gambescia
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