Secondo alcuni le abitudini pur uccidendo la
creatività salvano la vita, perché la routine
quotidiana allontana i cattivi pensieri. Detto
altrimenti: "fare quello che dobbiamo fare tutti i
giorni" ci aiuta a non pensare troppo.
A dire il vero, secondo Carlo Pompei, la questione sarebbe più
complessa, come dire, di civiltà.
Giusto. D'altronde, Pompei ha un suo “metodo”: parte da
lontano ( e chi scrive ne sa qualcosa...), per poi arrivare a
“destinazione” prima degli altri. E anche questa è un’ abitudine,
un’ottima abitudine… Buona lettura. (C.G.)
Come si misura il grado di civiltà di un Paese
Ci si abitua a tutto
di Carlo Pompei
Ci si abitua a tutto, si dice. Anche perché se non ci
fossimo abituati, adattati, trasformati, evoluti o involuti, non staremmo qui a
parlarne. Ma ne è valsa la pena?
Quando si viaggia si capiscono molte cose, così come quando
si esce semplicemente di casa. Si lascia quella specie di “piccolo mondo” al
quale ci siamo appunto abituati e nel quale non ci poniamo troppe domande. Anche
perché, spesso, chi si interroga è intelligente, ma anche molto esigente verso
se stesso e gli altri e, quindi, quasi mai trova una risposta soddisfacente al
proprio quesito. A Roma, infatti, si usa dire: “beato te che non capisci un
c…”. La frase si pronuncia nei confronti di quelle persone che vivono la
propria vita alla giornata, senza porsi grandi interrogativi.
Torniamo al viaggio. Visitando altri Paesi europei ci si
accorge che la cosa privata e la cosa pubblica (Res publica) a volte
coincidono. In Norvegia, ad esempio, da turisti italiani si rimane stupefatti
dall’assenza totale di recinzioni, grate, porte blindate, sbarre
anti-intrusione, etc. Camminando in strada si possono vedere biciclette,
ciclomotori e motocicli parcheggiati (bene) senza alcun tipo di antifurto
applicato. In Italia rimarrebbero al massimo per qualche minuto nel posto dove
le ha lasciate il legittimo proprietario. E l’abitudine, appunto, induce anche
persone oneste a pensare che, dove non ci sia un lucchetto a proteggere un bene,
quello sia stato abbandonato e chiunque possa impossessarsene, neanche fosse
appoggiato ad un cassonetto dell’immondizia. Queste abitudini sono pericolose,
poiché fanno perdere il lume della ragione a chiunque. Che cosa vogliamo
arrivare a dire? È presto spiegato.
Giornali e telegiornali hanno giustamente dato ampio spazio
alle notizie di persone suicidatesi a causa di difficoltà economiche, ora tocca
alle Istituzioni fornire spiegazioni. Una delle prime risposte giunte al
proposito ci ha lasciato di sasso: “A maggio dello scorso anno le persone
decedute a causa di suicidio erano in misura maggiore rispetto a quest’anno”. È
stato ridotto tutto ad un fatto statistico, cioè morti come numeri. È la
dichiarazione resa dal Premier Monti in conferenza stampa a seguito degli
attentati perpetrati ai danni delle agenzie di riscossione Equitalia, la
società (privata) che esige denaro (lucrandoci) in nome e per conto
dell’Agenzia delle Entrate.
Legittimare vessazioni, così come legittimare atti
terroristici è pericoloso in egual misura. Se fossimo un Paese civile ce ne
preoccuperemmo. La sua non è una gran risposta, caro Prof. Monti. Dovrebbe
sollecitare un po’ più la fantasia di chi le scrive i comunicati da leggere in
conferenza stampa. Altrimenti gli attentati aumenteranno, è già successo
durante gli “Anni di Piombo”, possibile che si abbia la memoria così a breve
termine? Che poi possa essere vero o meno che ci sia sempre pronto qualcuno a
strumentalizzare è e rimane un corollario della situazione scatenante e/o giustificante.
Non è difficile distinguere la causa dall’effetto, dai!
Bisogna istituire immediatamente un fondo per aiutare le
aziende e le persone in difficoltà, anche se non “ce lo chiede l’Europa”,
altrimenti ci si abitua a tutto, come dicevamo all’inizio. Anche alla morte.
Degli altri.
E non sempre per suicidio…
Carlo Pompei
Carlo Pompei, classe 1966, “Romano de Roma”. Appena
nato, non sapendo ancora né leggere, né scrivere, cominciò improvvisamente a
disegnare. Oggi, si divide tra grafica, impaginazione, scrittura,
illustrazione, informatica, insegnamento ed… ebanisteria “entry level”.
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