Le gigantografie di Palazzo Giustizia
Lo strano destino degli eroi
Il
passo è celebre. Nella brechtiana Vita di
Galileo nel momento in cui Galileo, timoroso di subire supplizi,
ritratta le proprie idee, un suo allievo sconcertato esclama: «Disgraziato il
paese che non ha eroi». E Galileo così risponde: «Felice il paese, che non ha
bisogno di eroi ».
Allora, servono o non servono gli eroi? Ecco quel che abbiamo pensato a
proposito delle gigantografie milanesi (10 per 5 metri ) del Pubblico ministero
Emilio Alessandrini, del Giudice istruttore Guido Galli (assassinati dai
terroristi di Prima Linea nel 1979 e nel 1980, e dell’avvocato Giorgio
Ambrosoli, il liquidatore della Banca Privata (ucciso da un killer su mandato
del banchiere Michele Sindona nel 1979).
Insomma, cosa pensare di questi “maxivolti” fatti stampare e calare a bandiera
sulla facciata, già non piccola, del Palazzo di Giustizia di Milano, dal
presidente del tribunale Livia Pomodoro? La motivazione ufficiale dell’exploit
mediatico, come riferiscono i media, rinvia alla celebrazione della “Terza
Giornata della Memoria” in onore dei servitori dello Stato assassinati in
servizio, quest’anno dedicata, in particolare, ai magistrati vittime del
terrorismo.
Che pensare allora? Che gli eroi servono. Non vogliamo però discutere di
massimi sistemi, ossia della necessità o meno che qualcuno si debba
sacrificare. Come mostra la storia, l’uomo è quel che è, diamo perciò per
scontato, purtroppo, il ciclico sacrificio dei più generosi. Pertanto, il vero
problema riguarda l’uso sociale e simbolico dell’eroe, utilizzo non sempre
ortodosso. Perché il suo culto, soprattutto se nazionale, dovrebbe sempre
unire, mai dividere. Come giustamente sosteneva Benjamin Disraeli, intelligente
leader conservatore dell’Ottocento, «credere nell’eroismo fa gli eroi». Quindi,
ripetiamo, gli eroi, visto che proprio non se può fare a meno, fanno grandi le
nazioni. Perciò, se è sacrosanto che vengano celebrati i servitori dello Stato,
meno condivisibile resta il fatto di ricoprire la facciata del Tribunale
milanese per rispondere agli stupidi manifesti fatti stampate e affiggere da un
candidato alle amministrative del Pdl.
In questo modo, la magistratura non guadagna alcuna autorevolezza. Anzi... Perché la logica dell’opporre mediaticamente a brigante, brigante e mezzo,
invece di dedicarsi in silenzio alla quotidiana amministrazione della
giustizia, rischia di ripercuotersi sulla sua già declinante - almeno secondo
alcuni - credibilità istituzionale. Soprattutto non giova al suo buon nome il
ricorrere a tecniche propagandistiche, per dirla fuori dai denti, di tipo
totalitario, che con lo Stato di Diritto non hanno nulla a che vedere. Infatti,
le maxi-foto a bandiera davanti al tribunale milanese, evocano tristemente i
giganteschi volti di Stalin, Hitler e Mussolini, ovunque in bella vista negli
sciagurati anni tra le due guerre mondiali…
Perciò era proprio necessario, anche ammessa la durezza degli attacchi
ricevuti? Alessandrini, Galli, Ambrosoli, di lassù, ne saranno fieri?
Carlo Gambescia
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