Fincantieri
Il Governo se
c'era, dormiva...
Purtroppo, la domanda è sempre la stessa: il mercato viene prima dell’uomo? È
quel che ci siamo chiesti a proposito della vicenda Fincantieri. Una situazione
che sta provocando tra i lavoratori a rischio licenziamento dure proteste,
soprattutto a Castellamare di Stabia. Siamo giunti al punto che il sindaco
Luigi Bobbio, già Capo di Gabinetto del Ministro della Gioventù Giorgia Meloni,
non esclude l’intervento dell’Esercito. «La situazione a Castellammare di
Stabia - ha dichiarato il Primo cittadino all’Ansa - sta diventando
insostenibile, da questa mattina sono in atto azioni sovversive in città. La
protesta degli operai deve assolutamente rientrare e restare nei limiti della
legalità. Chiedo, in maniera accorata, al prefetto di concentrare ora, subito,
a Castellammare di Stabia tutte le forze necessarie a recuperare il controllo
della piazza e a ripristinare la legalità. Un solo attimo di ritardo potrebbe
far arrivare le cose troppo oltre. Se necessario coinvolgere l’Esercito. Chiedo
allo Stato, in tutte le sue articolazioni, di non lasciare sola la città di
Castellammare in questo difficile momento».
L’ impiego dei soldati contro gli operai riporterebbe di colpo l’Italia
indietro di cento anni: un Paese arretrato, dove appunto, gli industriali, in
frac e cilindro, consideravamo i lavoratori un’appendice del mercato: una merce
da comprare e vendere… Con una differenza fondamentale: che oggi Fincantieri è
un’azienda a partecipazione pubblica, di cui, per farla breve, il Governo è l’azionista
principale. E in una Repubblica, a quanto ci risulta, tuttora fondata sul
Lavoro e non sull’… Esubero.
Indubbiamente, la situazione cantieristica mondiale è grave. Come ha spiegato
l’Ad di Fincantieri, Giuseppe Bono, « a livello mondiale la domanda
armatoriale, dal 2007 al 2010,
ha subito un crollo del 55%; in Europa in trent’anni la
quota di mercato complessiva della domanda armatoriale è crollata dal 30 al 4
per cento e in 2 anni (2008-2010) si sono persi 50 mila posti di lavoro (circa
il 30% della forza lavoro) ». Di conseguenza, Fincantieri ora si trova « a
dover competere in uno scenario in cui ci sono gli stessi competitor ma ordini
dimezzati: per quanto riguarda le navi da crociera nel 2007 su 16 ordini a
livello globale Fincantieri ne ha presi 8, nel 2008 due su tre, nel 2009 uno su
uno, nel 2010 due su 6 (due dei quali maturati in condizioni di mercato
atipiche) ». Di qui la richiesta, quale parte integrante del Piano industriale
2010-2014, di chiudere due cantieri, ridimensionarne un terzo, per un insieme
di « 2.551 esuberi», come ipocritamente si usa dire.
Il punto è che questi numeri, come alcune fonti riferiscono, già circolavano
nel 2010. Ora, a parte il fatto che si tratta di una crisi che viene dal
lontano e perciò nota da anni (anche allo stesso Centrosinistra, che ora
insorge…). Il che, già di per sé, è grave indizio di inazione politica a 360
gradi. Ma nello specifico, il Governo, negli ultimi, mesi dove era?
Carlo Gambescia
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