martedì 24 maggio 2011

24 Maggio 1915. 
Una data rimossa




Il 24 Maggio 1915 l’Italia presentò la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria. Ne fu incaricato, come da protocollo, l' ambasciatore a Vienna, Giuseppe Avarna. In questo modo il governo italiano, presieduto da Antonio Salandra, mise in atto gli accordi intercorsi con i nuovi alleati nel Memorandum sottoscritto a Londra il 26 aprile. Il 24 Maggio del 1915 ebbe così inizio un’esperienza che avrebbe cambiato l’Italia e provocato un serie di ripercussioni storiche. L’Italia avrebbe vinto la guerra ma non il dopoguerra.
 Che cosa resta di quella guerra vittoriosa? Nulla. Il 24 Maggio non viene ricordato. E soprattutto, al di là della ricorrenza del Quattro Novembre, quale Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate, non sempre si scorge nella Prima Guerra Mondiale quel carattere di Quarta Guerra d’Indipendenza e di necessario completamento dell’Unificazione: un vero dovere in cui credevano i migliori, sia tra i liberali, sia tra i democratici.
 Perché oggi non si ricorda un evento, pur così importante? I cattolici non hanno mai amato la Prima Guerra Mondiale, la sinistra marxista persino odiata, mentre i fascisti ne hanno stravolto il significato in chiave nazionalista e militarista. Di riflesso, nel secondo dopoguerra, nell'Italia divisa a metà tra cattolici al Governo e socialisti e comunisti all’Opposizione, la data fatidica del 24 Maggio non poteva non essere rimossa.
Oggi, di quella guerra vinta, in molte piazze, restano vecchie lapidi abbandonate all'incuria e all'indifferenza di cittadini e governanti. Che dire? Un popolo privo di memoria è un popolo morto.

Carlo Gambescia

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