lunedì 22 novembre 2010

Veronesi, Binaghi e assonanze varie
Toh,  chi si rivede!  Il Male...

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Nel nuovo libro di Sandro Veronesi, XY (Fandango) si affronta “l’ineluttabilità del male”.
Veronesi è scrittore, come si dice a Roma, che "se butta". Inoltre è fortemente appoggiato negli ambienti letterari che contano. Come prova la serata lampo di “reading-spettacolo” all'Auditorium, organizzata per oggi, secondo il vecchio rito veltroniano e con la solita compagnia di giro, rigorosamente progressista al caviale.
Nel libro, al di là della solita macchinosità tipica di un autore che di mestiere al massimo potrebbe fare lo sceneggiatore di telenovelas, abbiamo notato un' assonanza (di cui, come Montalbano “non ci siamo ancora fatti persuasi"…), con un bellissimo romanzo, un romanzo vero, di Valter Binaghi, altro nostro contemporaneo (I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti cronista padano, Sironi Editore, recensito qui: http://carlogambesciametapolitics.blogspot.com/2008/02/il-libro-della-settimana-valter-binaghi.html) . Con una differenza fondamentale.
Il libro di Veronesi, oltre ad essere scritto nel consueto stile da ubriaco sobrio, affronta, piuttosto che la riflessione cosmica sul male, la questione dell’elaborazione del male e alla stregua di un mediocre sociologo del lutto. Se Binaghi sciabola il male, anche nella forma del Maligno, con la classe di un Chesterton lacustre, Veronesi invece si compiace di passeggiare tra le rovine, offrendosi come guida allo sprovveduto lettore di oggi. E come le guide improvvisate di una volta, quelle dei film di Totò, anche Veronesi vende monete antiche false.
I suoi romanzi.

Carlo Gambescia

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