Il fattore tempo in politica
Italia, ritorno al futuro
Ieri dicevamo dei tempi lunghi della bontà… La bontà, per essere credibile
(qualcosa su cui contare socialmente) implica la fiducia, e la fiducia si
costituisce nel tempo, attraverso la reiterazione del comportamento positivo.
Ad esempio, la Caritas ,
istituita nel 1971, per diventare una macchina sociale (e politica) della bontà
ha impiegato quasi quarant’anni. Ovviamente, parliamo della bontà come fattore
sociale prodotto da un attore collettivo.
Ma veniamo al tempo come fattore politico. La politica parla al passato, al
presente o al futuro?
Procediamo per gradi. Il tempo in politica, semplificando al massimo, si
manifesta sotto tre forme.
In primo luogo, abbiamo il tempo come elemento costitutivo del progetto
politico, in relazione a quel che un certo gruppo sociale si proporrà di fare nel e per il futuro
In secondo luogo, abbiamo il tempo come elemento portante del concetto di
interesse. L’interesse si costituisce e si stabilizza nel tempo futuro. Dal momento che quel che oggi può essere vantaggioso, potrebbe
non esserlo domani . Pertanto
anche il concetto di interesse parla, o comunque guarda - con
"interesse"... - al tempo futuro
In terzo luogo, abbiamo il tempo come fattore fondativo del gruppo sociale.
Dunque tempo al passato? Non proprio. Dal momento che
qualsiasi gruppo sociale, pur celebrando un’identità passata, la reinterpreta e rivive nei
termini di un'eredità spendibile nel e
per il futuro.
In conclusione, si può di asserire che il tempo in politica è principalmente rivolto
al controllo del “futuro”. O se si preferisce a dominare l’incertezza e
facilitare la decisione. Ma anche - e qui si pensi solo al ruolo dell’utopia
politica – ad appagare la inestinguibile capacità immaginativa dell’uomo.
Ma, se le cose stanno così,
allora che pensare di conservatori, tradizionalisti e reazionari? Semplificando
(forse troppo...), diciamo che questi gruppi usano il tempo passato per ricostituire nel futuro, una società del passato . E che quindi anch’essi
parlano, magari non intenzionalmente, al
tempo futuro.
Vogliamo applicare quanto sopra al caso italiano? Nessuna paura, non la faremo
troppo lunga, bastano solo due battute: la politica italiana, da destra a
sinistra, si muove nel presente.
Ignora sistematicamente sia il passato
sia il futuro: il trionfo
dell’impoliticità.
Carlo Gambescia
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