venerdì 5 novembre 2010

Cardini, il Chomsky dei poveri… 
(con una lettera-commento di Luigi Copertino)


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Leggiamo che Franco Cardini è stufo di sentirsi chiedere se lui sia di destra o di sinistra (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=35586 ). Giusto, viviamo tuttora nell’Italia fascista o nella Russia di Stalin. Perciò la domanda continua ad essere perfettamente inutile… E se a dirlo è uno storico...
Poi però il nostro professore che non accetta etichette, firma, come il più classico dei tromboni accademici, un Manifesto - per qualcuno “arancione” - come quello delle teste d’uovo finiane. Salvo poi giustificarsi, come quando Mussolini entrò in guerra, invocando l’urgenza del momento…
Anche Cardini evoca “eventi forse molto importanti”. Ovviamente, non tira più in ballo il pericolo "demoplutogiudaico", ma preferisce usare la moderna retorica noglobalista. Come qui:
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“Quanto alle lobbies multinazionali, ai poteri finanziari e bancari che sostengono i politici che hanno piazzato come loro “comitato d’affari”, agli spacciatori mercenari di strapagate menzogne massmediali, ai massacratori d’innocenti in Iraq e in Afghanistan e ai mercanti d’armi e di petrolio che li sostengono, alle aziende farmaceutiche che condannano milioni di persone a morte per AIDS pur di mantener alti i costi dei loro brevetti, a chiunque lucri su un sistema mondiale così infame da permettere ad alcune decine di migliaia di persone al mondo di nuotare ogni mattina in una piscina olimpionica mentre si cerca di far pagare l’acqua a interi popoli assetati”.

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Ma è linguaggio da storico serio? Da studioso che continuamente "notifica" ai lettori (si scopra con quale arroganza Sua Maestà NédestraNésinistra interviene nei forum) di aver “scritto molte decine di libri e molte centinaia di articoli”? Notare l’accenno finale al ricco epulone che più modernamente, invece di vestire di porpora e di bisso, nuota in piscina… Immagine che combacia perfettamente con la visione pauperistica del mondo di Fini e Bocchino…
Non restano perciò che due possibilità: o Cardini soffre di arteriosclerosi o gioca a fare il Chomsky dei poveri… E con pessimi risultati.
Comunque sia, promettiamo di pregare per lui.
Carlo Gambescia

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La lettera-commento di Luigi Copertino...
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Caro Carlo,
tu conosci la stima che ho per te, pertanto prendi questo mio intervento come una amichevole osservazione. Voglio premettere che questa mia non è una difesa d’ufficio di Franco Cardini. Anche a me è capitato di dissentire da certe sue posizioni storiografiche e gli ho esposto con franchezza, come si fa tra buoni amici, le mie critiche. Non gli imputerei affatto la “colpa” del ricordare al prossimo di essere autore di libri autorevoli (che è un fatto oggettivo) perché, per quanto lo conosco, in genere egli non fa pesare la propria autorevolezza se non a fronte della disonestà intellettuale nell’interlocutore. Entrando nel merito di quanto gli rimproveri, ritengo che si deve tenere conto del suo percorso umano ed intellettuale. Cardini si definisce un “catto-anarchico di destra”. Meglio, dice di sé di essere cattolico e “socialista”. In realtà il “socialismo” di Cardini si pone, idealmente, nella linea del fascismo di sinistra (Sorel, Ricci, José Antonio, Bottai,Peròn, Evita, il giovane e l’ultimo Mussolini, la Carta del Carnaro). Magari, forse, si definirebbe almeno "sociale", o "catto-sociale", se esistesse ancora una destra sociale missina. Quanto, poi, ci sia di coerente con il suo Cattolicesimo in tutto questo non sta a noi giudicarlo. Un Bottai giunse alla fede attraverso l’amicizia, alla ricerca di una uscita dalla modernità borghese, con un intellettuale di grande levatura, teologo e sacerdote, come don Giuseppe De Luca. Lo stesso Mussolini pare si convertì nel 1943-45 (ve ne sono molti indizi). Il peronismo/evitismo ed il falangismo joseantoniano non si spiegano senza il retaggio religioso cattolico. Cardini diffida certamente dei "patriottismi costituzionali". Se di recente ha firmato il manifesto che i media hanno definito “finiano” non è perché condiva la prospettiva del Fli. Credo che egli appoggi qualsiasi azione legale finalizzata a mandare a casa Berlusconi. Questo, però, ci impone una domanda che, da parte mia, ho rivolto anche a Cardini: dopo Berlusconi chi s'avanza all'orizzonte? In un'epoca di nichilismo globale non vedo nessuno statista capace di opporsi ai poteri forti finanziari, lobbistici, capitalistici. Il defunto Kirkener non era Peròn, Lula non è Getulio Vargas o Che Guevara, Obama non è Roosevelt. Oggi, non ci sono più Mussolini, Togliatti o De Gasperi. Oggi ci sono Storace, Vendola, Casini, Fini, Bersani, Buttiglione. Bossi, poi, rappresenta solo gli umori un po' xenofobi, un po' antifiscali, un po' identitari dei ceti produttivi del Nord. Il Cavaliere è espressione di questo tempo che Augusto Del Noce definiva "fase profana della secolarizzazione": il tempo gaudente della reificazione mercantile dell'uomo. Con il 1989 e la globalizzazione liberista che, meglio del comunismo, ha realizzato il progetto internazionalista ed ateo di Marx, non è finito solo il sogno rivoluzionario della sinistra ma anche quello nazional-rivoluzionario coltivato, in nome del socialismo fascista o del tradizionalismo cattolico o evoliano, da generazioni di giovani di "destra". A sognare un mondo diverso restano solo i settantenni come Cardini ed i cinquantenni, o giù di lì, come noi: i giovani ventenni coltivano le prospettive "velinari" di Mediaset. Se poi guardiamo nello specifico di quell’avventura politico-culturale, che adolescenti, o poco più, ci vide coinvolti negli anni ottanta, chiamata, a suo tempo, Nuova Destra o Nuova Cultura meglio stendere un pietoso velo. La Nuova Destra ha fatto una brutta fine! Campi, la Centanni, Peppe Nanni, la Terranova e tanti altri ... ieri hobbittiani ed alternativi, oggi finiani! Che parabola! Questa critica vale anche per la matrice francese, la Nouvelle Droite, inficiata sin dalle origini da un neopaganesimo nicciano d’accatto. Si voleva conquistare l’egemonia “gramsciana” per cambiare la società, invece è arrivato il "futurismo post-moderno da pensiero debole targato neo-destra". Bell'affare! Qualcuno avrebbe giustamente parlato di eterogenesi dei "Fini"! Lo scrivente è ormai da tempo che non crede più alle palingenesi politiche. Il mio sguardo di cattolico è rivolto verso l’Alto perché solo dall’Alto può giungerci la salvezza. La ricostruzione deve essere prima di tutto spirituale, antropologica, metafisica. Il resto arriverà dopo.
Un caro saluto.
Luigi Copertino

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Caro Luigi,
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Evoco il Messia... e invece mi risponde il suo profeta... Altro segno dei tempi...
Che dirti? Che quanto asserisci, con l'onestà che ti è propria, conferma quel che ho scritto, anche in altri occasioni, di Sua Maestà NéDestraNésinistra: è tutto eccetto che liberaldemocratico. E allora - ripeto - perché Sua Maestà ha firmato un Manifesto che è tutto fuorché "catto-anarchico di destra" o "catto-sociale" con ascendente missino?
Diciamo la verità: tra gli estensori del Manifesto e Franco Cardini, quanto a confusione ideologica, è una bella gara. Con il professore, comunque, in full position. Anche per l'anzianità di servizio, visto che è un dipendente statale.
Un caro saluto.

Carlo Gambescia

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