Cardini, il Chomsky dei poveri…
(con
una lettera-commento di Luigi Copertino)
Leggiamo che Franco Cardini è stufo di sentirsi chiedere se lui sia di destra o
di sinistra (http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=35586 ). Giusto, viviamo
tuttora nell’Italia fascista o nella Russia di Stalin. Perciò la domanda
continua ad essere perfettamente inutile… E se a dirlo è uno storico...
Poi però il nostro professore che non accetta etichette, firma, come il più
classico dei tromboni accademici, un Manifesto - per qualcuno “arancione” -
come quello delle teste d’uovo finiane. Salvo poi giustificarsi, come quando
Mussolini entrò in guerra, invocando l’urgenza del momento…
Anche Cardini evoca “eventi forse molto importanti”. Ovviamente, non tira più
in ballo il pericolo "demoplutogiudaico", ma preferisce usare la
moderna retorica noglobalista. Come qui:
.
“Quanto alle lobbies multinazionali, ai
poteri finanziari e bancari che sostengono i politici che hanno piazzato come
loro “comitato d’affari”, agli spacciatori mercenari di strapagate menzogne
massmediali, ai massacratori d’innocenti in Iraq e in Afghanistan e ai mercanti
d’armi e di petrolio che li sostengono, alle aziende farmaceutiche che
condannano milioni di persone a morte per AIDS pur di mantener alti i costi dei
loro brevetti, a chiunque lucri su un sistema mondiale così infame da
permettere ad alcune decine di migliaia di persone al mondo di nuotare ogni
mattina in una piscina olimpionica mentre si cerca di far pagare l’acqua a
interi popoli assetati”.
.
Ma è linguaggio da storico serio? Da
studioso che continuamente "notifica" ai lettori (si scopra con quale
arroganza Sua Maestà NédestraNésinistra interviene nei forum) di aver “scritto
molte decine di libri e molte centinaia di articoli”? Notare l’accenno finale
al ricco epulone che più modernamente, invece di vestire di porpora e di bisso,
nuota in piscina… Immagine che combacia perfettamente con la visione
pauperistica del mondo di Fini e Bocchino…
Non restano perciò che due possibilità: o Cardini soffre di arteriosclerosi o
gioca a fare il Chomsky dei poveri… E con pessimi risultati.
Comunque sia, promettiamo di pregare per lui.
Carlo Gambescia
.
La lettera-commento di Luigi
Copertino...
.
Caro Carlo,
tu conosci la stima che ho per te, pertanto
prendi questo mio intervento come una amichevole osservazione. Voglio
premettere che questa mia non è una difesa d’ufficio di Franco Cardini. Anche a
me è capitato di dissentire da certe sue posizioni storiografiche e gli ho
esposto con franchezza, come si fa tra buoni amici, le mie critiche. Non gli
imputerei affatto la “colpa” del ricordare al prossimo di essere autore di
libri autorevoli (che è un fatto oggettivo) perché, per quanto lo conosco, in
genere egli non fa pesare la propria autorevolezza se non a fronte della
disonestà intellettuale nell’interlocutore. Entrando nel merito di quanto gli
rimproveri, ritengo che si deve tenere conto del suo percorso umano ed
intellettuale. Cardini si definisce un “catto-anarchico di destra”. Meglio,
dice di sé di essere cattolico e “socialista”. In realtà il “socialismo” di
Cardini si pone, idealmente, nella linea del fascismo di sinistra (Sorel,
Ricci, José Antonio, Bottai,Peròn, Evita, il giovane e l’ultimo Mussolini, la Carta del Carnaro). Magari,
forse, si definirebbe almeno "sociale", o "catto-sociale",
se esistesse ancora una destra sociale missina. Quanto, poi, ci sia di coerente
con il suo Cattolicesimo in tutto questo non sta a noi giudicarlo. Un Bottai
giunse alla fede attraverso l’amicizia, alla ricerca di una uscita dalla
modernità borghese, con un intellettuale di grande levatura, teologo e
sacerdote, come don Giuseppe De Luca. Lo stesso Mussolini pare si convertì nel
1943-45 (ve ne sono molti indizi). Il peronismo/evitismo ed il falangismo
joseantoniano non si spiegano senza il retaggio religioso cattolico. Cardini
diffida certamente dei "patriottismi costituzionali". Se di recente
ha firmato il manifesto che i media hanno definito “finiano” non è perché condiva
la prospettiva del Fli. Credo che egli appoggi qualsiasi azione legale
finalizzata a mandare a casa Berlusconi. Questo, però, ci impone una domanda
che, da parte mia, ho rivolto anche a Cardini: dopo Berlusconi chi s'avanza
all'orizzonte? In un'epoca di nichilismo globale non vedo nessuno statista
capace di opporsi ai poteri forti finanziari, lobbistici, capitalistici. Il
defunto Kirkener non era Peròn, Lula non è Getulio Vargas o Che Guevara, Obama
non è Roosevelt. Oggi, non ci sono più Mussolini, Togliatti o De Gasperi. Oggi
ci sono Storace, Vendola, Casini, Fini, Bersani, Buttiglione. Bossi, poi,
rappresenta solo gli umori un po' xenofobi, un po' antifiscali, un po'
identitari dei ceti produttivi del Nord. Il Cavaliere è espressione di questo
tempo che Augusto Del Noce definiva "fase profana della
secolarizzazione": il tempo gaudente della reificazione mercantile
dell'uomo. Con il 1989 e la globalizzazione liberista che, meglio del
comunismo, ha realizzato il progetto internazionalista ed ateo di Marx, non è
finito solo il sogno rivoluzionario della sinistra ma anche quello
nazional-rivoluzionario coltivato, in nome del socialismo fascista o del
tradizionalismo cattolico o evoliano, da generazioni di giovani di
"destra". A sognare un mondo diverso restano solo i settantenni come
Cardini ed i cinquantenni, o giù di lì, come noi: i giovani ventenni coltivano
le prospettive "velinari" di Mediaset. Se poi guardiamo nello
specifico di quell’avventura politico-culturale, che adolescenti, o poco più,
ci vide coinvolti negli anni ottanta, chiamata, a suo tempo, Nuova Destra o
Nuova Cultura meglio stendere un pietoso velo. La Nuova Destra ha fatto
una brutta fine! Campi, la
Centanni , Peppe Nanni, la Terranova e tanti altri
... ieri hobbittiani ed alternativi, oggi finiani! Che parabola! Questa critica
vale anche per la matrice francese, la Nouvelle Droite ,
inficiata sin dalle origini da un neopaganesimo nicciano d’accatto. Si voleva
conquistare l’egemonia “gramsciana” per cambiare la società, invece è arrivato
il "futurismo post-moderno da pensiero debole targato neo-destra".
Bell'affare! Qualcuno avrebbe giustamente parlato di eterogenesi dei
"Fini"! Lo scrivente è ormai da tempo che non crede più alle
palingenesi politiche. Il mio sguardo di cattolico è rivolto verso l’Alto
perché solo dall’Alto può giungerci la salvezza. La ricostruzione deve essere
prima di tutto spirituale, antropologica, metafisica. Il resto arriverà dopo.
Un caro saluto.
Luigi Copertino
***
Caro Luigi,
.
Evoco il Messia... e invece mi risponde il
suo profeta... Altro segno dei tempi...
Che dirti? Che quanto asserisci, con
l'onestà che ti è propria, conferma quel che ho scritto, anche in altri
occasioni, di Sua Maestà NéDestraNésinistra: è tutto eccetto che
liberaldemocratico. E allora - ripeto - perché Sua Maestà ha firmato un
Manifesto che è tutto fuorché "catto-anarchico di destra" o
"catto-sociale" con ascendente missino?
Diciamo la verità: tra gli estensori del
Manifesto e Franco Cardini, quanto a confusione ideologica, è una bella gara.
Con il professore, comunque, in full
position. Anche per l'anzianità di servizio, visto che è un
dipendente statale.
Un caro saluto.
Carlo Gambescia
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