La società degli antieroi
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Ieri
due fatti hanno colpito la nostra attenzione: l’uccisione del
"sindaco-pescatore" Angelo Vassallo, probabilmente per mano della
Camorra e le accese polemiche veneziane sul film di Placido dedicato a
Vallanzasca.
Del regista-attore ricordiamo il film semicelebrativo sulla “Banda della
Magliana”… Ma che cosa pensare di un’Italia che per un verso combatte la
criminalità e per l’altro la incensa o quasi nelle sale cinematografiche? Che pecunia non olet e che ogni mezzo è
ritenuto lecito per fare soldi.
Ma oltre, alla questione del vile denaro, ce n’è un’altra. Quale? Quella del
culto dell’antieroe… Ci spieghiamo meglio.
Si tratta di un modello, prima letterario poi culturale, che risale alla crisi
della letteratura tardo romantica, poi diffusosi nella letteratura popolare,
nei fumetti, nel cinema, nella musica. L’antieroe è colui che diventa eroe suo
malgrado. E antieroe può essere considerato il sindaco Angelo Vassallo: prima
pescatore per vocazione, poi sindaco per caso, infine eroe suo malgrado, perché
morto, come si dice, nel "rigoroso adempimento del proprio dovere"…
Purtroppo, a causa dello stesso meccanismo, può diventare antieroe, anche un
criminale come il “Freddo” o Vallanzasca. Basta partire dal concetto - questa
volta - del “criminale per caso”. Il quale, in quanto “uomo vero” applica un
codice d’onore, legato alla sua attività molto "particolare". Quindi,
quando muore, perde anch'egli la vita nell’ adempimento “del proprio dovere”.
Certo, può apparire sconveniente l’accostamento tra degne figure come Angelo
Vassallo e feroci criminali del calibro del “Freddo” e di Renato Vallanzasca,
ma i determinismi, sociologici e culturali, per mezzo dei quali le società si
riproducono, non ammettono eccezioni.
In qualsiasi società perciò esistono "figure esemplari". Quel
teatrante che scrisse “Beate le società che non hanno bisogno di eroi” non
aveva praticamente capito nulla.
Il punto è che la “forma” esemplarità ha valenza universale. Mentre quel che
muta sono i “contenuti”. Che risentono sempre del clima storico e culturale del
momento. Detto altrimenti: l'otre è sempre lo stesso, il vino cambia in
continuazione.
Pertanto si può asserire -
fermo restando il valore del sacrificio di Angelo Vassallo - che ogni società
ha gli eroi (o gli antieroi) che si merita.
Carlo Gambescia
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