Rom
Basterà una "vittoria di
principio" a Strasburgo?
Come interpretare la censura europea, anzi
del centrosinistra europeo, alle politiche anti-Rom e anti-immigrazione di
Sarkozy e di riflesso anche di Maroni? Una “vittoria di principio”. Come
appunto ha dichiarato David Sassoli, capogruppo del Pd a Strasburgo. Citiamo
dall’Ansa:
.“Nel testo - approvato con 337 voti a favore,
245 contro e 51 astensioni - i riferimenti più duri sono alla “xenofobia e al
azzismo” che la politica dell’estate francese ha evocato. E dopo il voto - accolto dai leghisti italiani al grido di 'Si' alle espulsionì - i commenti di parte Pd (Sassoli: "Questo è un voto che impone uno stop alle politiche xenofobe dei governi di destra"), Idv (de Magistris: "Oggi si è scritta una pagina di democrazia e civiltà censurando le politiche di discriminazione e((http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/09/visualizza_new.html_1785236876.html )
azzismo” che la politica dell’estate francese ha evocato. E dopo il voto - accolto dai leghisti italiani al grido di 'Si' alle espulsionì - i commenti di parte Pd (Sassoli: "Questo è un voto che impone uno stop alle politiche xenofobe dei governi di destra"), Idv (de Magistris: "Oggi si è scritta una pagina di democrazia e civiltà censurando le politiche di discriminazione e((http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/09/visualizza_new.html_1785236876.html )
Giustissimo. Ma, di fatto, cambierà qualcosa
per i Rom? Nei famigerati campi la vita migliorerà? I bambini frequenteranno la
scuola regolarmente? I genitori cercheranno e troveranno un lavoro stabile?
Mah… Vogliamo, comunque, entrare nel merito? Magari partendo dalla situazione
italiana? Proviamoci.
Zingari, Rom, nomadi… Quanti sono in Italia? La popolazione zingara, secondo
varie stime (Istat, ERCC, Fondazione Migrantes), ammonta a 200.000 persone di
etnia Rom e Sinti. I Rom di antico insediamento sono 45.000 ( per l’ 80 %
cittadini italiani). Mentre il restante 20 % è costituito da Rom provenienti
dai paesi dell’Est Europa. Per metà è composta da minori, bambini e
adolescenti. Mentre solo il 2,5-3 % supera i 60 anni. Il tasso di natalità è
particolarmente elevato: circa 5/6 figli per nucleo familiare. Per contro, il
tasso di mortalità tra i bambini sarebbe di almeno due-tre volte superiore alla
media. Spazialmente, il nomade ama concentrarsi intorno alle grandi e medie
città. Particolarmente elevati i tassi di analfabetismo e disoccupazione.
Insomma, un quadro socioeconomico poco brillante. Al quale va ad aggiungersi,
diciamo così, l’ostracismo dell’ italiano medio. Per metterla in termini
statistici con il nomade vale purtroppo la regola del sette su dieci: “non
piacciono” (almeno) al settanta per cento degli italiani. E di ogni età e ceto.
Perché? Alla base del rifiuto c’è l’atavica avversione del sedentario per il
nomade. Purtroppo, siamo davanti a un esempio di “pressione sociale” negativa.
Si pensi al diffuso stereotipo “dello zingaro che ruba i bambini”. Una
“leggenda nera” ampiamente smentita dallo studio (2008) dell’Università di
Verona promosso dalla Fondazione Migrantes: un gruppo di studiosi ha analizzato
40 casi accaduti nell’arco di vent’anni, tra il 1986 e il 2007, casi che
avevano al centro il supposto rapimento di un bambino da parte dei rom. Bene,
analizzando tutti i fascicoli aperti dai tribunali si è scoperto che in nessuno
di essi “la sottrazione dell’infante risulta effettivamente avvenuta e provata
oggettivamente”. [Si veda la
Sabrina Tosi Cambini (a cura di), La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007),
CISU 2008 ]
Quando il rifiuto dell’Altro persiste, nonostante i fatti dimostrino il
contrario, evidentemente c’è qualcosa di negativo nell’aria (sociale): una
“pressione” che non può essere combattuta “razionalmente” con l’arma della
persuasione. Del resto il nomade è nomade proprio perché rifiuta di
“sedentarizzarsi”. E il rifiuto della “normalità”, favorito dal fatto che il
nomade ha costumi di vita diversi e spesso in violazione della legge, provoca
la nascita di leggende e “contro-leggende nere a scopo “difensivo” e su
entrambi “i fronti”, alimentando così la spirale del rifiuto reciproco. Perché
anche i nomadi, in termini di “tradizione orale” (le contro-leggende…), diffidano
dei sedentari. Soprattutto, quando tentano di “rubare loro i figli” per
mandarli a scuola.
Che fare? Certo, si può imporre come in Francia il rispetto delle regole
repubblicane. Ma può bastare la “durezza”? Per contro, l’uso della “dolcezza”
richiede collaborazione da parte del nomade. Che pur “non rubando” i nostri
piccoli, mai probabilmente capirà perché noi vogliamo “rubare” i suoi.
Spiace dirlo, ma al di là delle pur nobili dichiarazioni di principio, la
situazione sembra essere senza via di uscita.
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