venerdì 10 settembre 2010

Rom
Basterà una "vittoria di principio" a Strasburgo?



Come interpretare la censura europea, anzi del centrosinistra europeo, alle politiche anti-Rom e anti-immigrazione di Sarkozy e di riflesso anche di Maroni? Una “vittoria di principio”. Come appunto ha dichiarato David Sassoli, capogruppo del Pd a Strasburgo. Citiamo dall’Ansa:

.“Nel testo - approvato con 337 voti a favore, 245 contro e 51 astensioni - i riferimenti più duri sono alla “xenofobia e al 
azzismo” che la politica dell’estate francese ha evocato. E dopo il voto - accolto dai leghisti italiani al grido di 'Si' alle espulsionì - i commenti di parte Pd (Sassoli: "Questo è un voto che impone uno stop alle politiche xenofobe dei governi di destra"), Idv (de Magistris: "Oggi si è scritta una pagina di democrazia e civiltà censurando le politiche di discriminazione e((http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2010/09/09/visualizza_new.html_1785236876.html )

Giustissimo. Ma, di fatto, cambierà qualcosa per i Rom? Nei famigerati campi la vita migliorerà? I bambini frequenteranno la scuola regolarmente? I genitori cercheranno e troveranno un lavoro stabile? Mah… Vogliamo, comunque, entrare nel merito? Magari partendo dalla situazione italiana? Proviamoci.

Zingari, Rom, nomadi… Quanti sono in Italia? La popolazione zingara, secondo varie stime (Istat, ERCC, Fondazione Migrantes), ammonta a 200.000 persone di etnia Rom e Sinti. I Rom di antico insediamento sono 45.000 ( per l’ 80 % cittadini italiani). Mentre il restante 20 % è costituito da Rom provenienti dai paesi dell’Est Europa. Per metà è composta da minori, bambini e adolescenti. Mentre solo il 2,5-3 % supera i 60 anni. Il tasso di natalità è particolarmente elevato: circa 5/6 figli per nucleo familiare. Per contro, il tasso di mortalità tra i bambini sarebbe di almeno due-tre volte superiore alla media. Spazialmente, il nomade ama concentrarsi intorno alle grandi e medie città. Particolarmente elevati i tassi di analfabetismo e disoccupazione.
Insomma, un quadro socioeconomico poco brillante. Al quale va ad aggiungersi, diciamo così, l’ostracismo dell’ italiano medio. Per metterla in termini statistici con il nomade vale purtroppo la regola del sette su dieci: “non piacciono” (almeno) al settanta per cento degli italiani. E di ogni età e ceto.
Perché? Alla base del rifiuto c’è l’atavica avversione del sedentario per il nomade. Purtroppo, siamo davanti a un esempio di “pressione sociale” negativa.
Si pensi al diffuso stereotipo “dello zingaro che ruba i bambini”. Una “leggenda nera” ampiamente smentita dallo studio (2008) dell’Università di Verona promosso dalla Fondazione Migrantes: un gruppo di studiosi ha analizzato 40 casi accaduti nell’arco di vent’anni, tra il 1986 e il 2007, casi che avevano al centro il supposto rapimento di un bambino da parte dei rom. Bene, analizzando tutti i fascicoli aperti dai tribunali si è scoperto che in nessuno di essi “la sottrazione dell’infante risulta effettivamente avvenuta e provata oggettivamente”. [Si veda la Sabrina Tosi Cambini (a cura di), La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007), CISU 2008 ]
Quando il rifiuto dell’Altro persiste, nonostante i fatti dimostrino il contrario, evidentemente c’è qualcosa di negativo nell’aria (sociale): una “pressione” che non può essere combattuta “razionalmente” con l’arma della persuasione. Del resto il nomade è nomade proprio perché rifiuta di “sedentarizzarsi”. E il rifiuto della “normalità”, favorito dal fatto che il nomade ha costumi di vita diversi e spesso in violazione della legge, provoca la nascita di leggende e “contro-leggende nere a scopo “difensivo” e su entrambi “i fronti”, alimentando così la spirale del rifiuto reciproco. Perché anche i nomadi, in termini di “tradizione orale” (le contro-leggende…), diffidano dei sedentari. Soprattutto, quando tentano di “rubare loro i figli” per mandarli a scuola.
Che fare? Certo, si può imporre come in Francia il rispetto delle regole repubblicane. Ma può bastare la “durezza”? Per contro, l’uso della “dolcezza” richiede collaborazione da parte del nomade. Che pur “non rubando” i nostri piccoli, mai probabilmente capirà perché noi vogliamo “rubare” i suoi.
Spiace dirlo, ma al di là delle pur nobili dichiarazioni di principio, la situazione sembra essere senza via di uscita. 

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