"Bossologia" (da Umberto Bossi) comparata
Sono Porci Questi Romani...
.
E bravo il signor "Ce L'Ho Duro"”(
per alcuni maligni Ce l’Aveva…). Anche questa volta è riuscito a scatenare il
putiferio. Bravo si fa per dire. Bossi, se potesse calerebbe su Roma con i suoi
Galli. Oddìo, secondo alcuni, sarebbe sufficiente fare un giretto intorno a
Montecitorio per scoprire che Bossi e la truppa già si sono accampati da un
pezzo. E magari affacciarsi sulla porta di un certo ristorante per scoprire un
elmo con le corna lì, una lancia guarnita in pelle (verde) là, eccetera.
Ma veniamo alla ragione del contendere. "Il Bossi” in una serata di gala
padana, probabilmente inebriato dal fascino emanato da alcune cavallone se ne è
uscito con il famigerato SPQR “reso” (come diceva una traduttrice amica mia,
molto snob) con "Sono Porci Questi Romani"… Roba, se ricordiamo bene,
da scuole elementari (quando andavamo noi, primi anni Sessanta), che faceva
arrabbiare le vecchie maestre ammalate di romanità fascista…
Insomma, la battuta non è fresca. E comunque fiacca come certe uscite
“autoironiche” tipo “Er Monnezza”. Perciò non fa nemmeno ridere. Soprattutto i
romani, tra l'altro, abituati da millenni a mandare giù di tutto.
Quel che sorprende, più della sparata bossiana sulla quale ritorneremo , è la
reazione della sinistra. Quella che discende “per li rami” da quei bruti che
nel 1918 insultavano invalidi di guerra e ufficiali; nel 1945 fucilavamo
chiunque avesse simpatie monarchiche e unitarie, anche tra “i loro”; nel 1968,
bruciavano le bandiere nazionali. Ma che ora hanno “scoperto” la patria,
addirittura al punto di voler sfiduciare Bossi Ministro… Oddìo, come diceva
quello, meglio tardi che mai. Ammesso però che siano sinceri… Cosa di cui
dubitiamo. Soprattutto se Bossi, esprimesse all'improvviso il desiderio di
passare con Bersani…
Ma torniamo al nostro Vergingetorige padano. Diciamo subito che Bossi è
antiromano quando gli pare. Poi buono buono vota con il Governo. Inutile qui
ricordare quante volte, troppe. Forse non tutti hanno capito, nonostante il
buon Diamanti - sì, proprio lui il politologo di “Repubblica” - abbia più volte
spiegato, che la Lega
è una forza politica comunitaria e... trasversale, proprio perché comunitaria.
E quindi disponibile a cavalcare, in nome dei suoi scopi identitari
(federalismo, eccetera) sia la destra che la sinistra. In certo senso, la Lega - espressione non nuova,
neppure per Bossi - è "un partito di lotta e di governo". Che a Roma
(ladrona o meno) dice della cose di governo, buone, mentre, mettiamo, a
Desenzano sul Garda, durante la festa dell’Anatra, ne dice altre, cattive…
Ma a voler approfondire - per buttarla sul socio-antropologico - tra il “Sono
Porci Questi Romani” e il comunitarismo leghista (ma non solo), c’è un legame
diretto. Ci spieghiamo. Una comunità è al tempo stesso per e contro. Si unifica sulla base di un per: per
noi che abbiamo gli occhi azzurri, mettiamo. Ma sempre contro qualcuno, quelli che, ad
esempio, hanno gli occhi castani. Purtroppo, il comunitarismo, in senso
stretto, è così: non tollera differenze al suo interno, e se le gioca sempre,
per ragioni di coesione identitaria, contro qualcuno. Quindi per tornare
"all'Umberto", i porci sono sempre gli altri: romani, meridionali,
tunisini, marocchini, e giù a scendere fino al Capo di Buona Speranza, per poi
fare la circumnavigazione del globo, e infine tornare indietro all’interno del
filo spinato che nei sogni di Bossi, dovrà, prima o poi, circoscrivere la
Padania…
Come rintuzzarlo? Ad esempio, Alemanno ha fatto bene a ricordargli la sua
qualità di Ministro della Repubblica, e quindi di tutti gli italiani, inclusi i
“porci” romani. Come dire: caro Bossi, o cambi o ti dimetti. Un bravo al
Sindaco di Roma.
Il punto però è che il Cavaliere non può
fare a meno dei voti della Lega. E questo grazie anche i giri di valzer di
Gianfranco Fini…
Perciò per ora - come sembra che Berlusconi
sussurri a suoi - BSPB: “Bisogna Sopportare Pazientemente Bossi”.
Carlo Gambescia
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