venerdì 7 maggio 2010

La rivista della settimana: “Catholica”, n. 107, Printemps 2010, pp. 152, euro 12,00. 

http://www.catholica.fr

Come sempre ben scelto il dossier del nuovo fascicolo di “Catholica” (n. 107, Printemps 2010 ): Droits et dignité. Dove è messo a fuoco ciò che Claude Polin (L’idolâtrie des droits de l’homme et ses causes ) definisce un’autentica “nouvelle révélation” con i suoi sacerdoti e fedeli, tutti uniti nell’adorazione di se stessi, in quanto al tempo stesso creatori e fruitori degli “immortali diritti”. Va detto che l’immagine dei diritti dell’uomo, come fragile specchio in cui l’uomo ama riflettersi, ritorna anche in Miguel Gambra (La notion classique de dignité e les droits de l’homme ). Mentre Julio Alvear (Dignitatis Humanae) esamina lo sviluppo dell’idea di libertà religiosa da Giovanni XXIII ai nostri giorni, sempre più ristretta negli angusti confini del puro culturalismo.
Quest’ultimo punto è colto molto bene da Bernard Dumont (Liberté religieuse, droits de l’homme et normalisation). Nell' editoriale del bravissimo direttore viene infatti evidenziato lo scambio di fatto, accettato dalla Chiesa post-conciliare, tra religione dei diritti dell’uomo e culturalizzazione della fede. Una vera e propria ritirata che si è risolta per un verso nella riduzione delle religione a scelta culturale e per l’altro nella trasformazione dei diritti dell’uomo in religione. Completa la sezione monografica un testo di Giovanni Turco (Pic de La Mirandole. Genèse de la conception moderne de la dignité humaine).
Al dossier fa seguito una parte di spiccato contenuto teologico e storico-liturgico, comunque molto interessante anche per i non "addetti al lavori", con scritti di grande chiarezza di Laurent Jestine (Autour de la Messe), Marc Levatois (Les cérémonies extraordinaires du catholicisme baroque), Kostas Mavrakis (Les Nazaréens français).
Da non perdere inoltre le analisi di Jean-Pierre Sironneau sulla lezione di Del Noce circa l’imborghesimento senza speranza del comunismo (La révolution nihiliste), e di Boris Lejeune, per così dire, sullo zombie-communismo di Alain Badiou (La philosophie bobok)
Come sempre il fascicolo chiude con una ricchissima sezione di recensioni librarie e segnalazioni culturali. Tra le quali spiccano quelle di Joël Hautebert (Le communautariste serait-il anti-libéral?) e Christin Sourgin (Boltanski au Grand-Palais ou le triomphe de la Vanité) .  Buona lettura.


Carlo Gambescia
.

Nessun commento:

Posta un commento