Euro
Una moneta senza stato
Che cosa può fare
l’Ue per combattere la speculazione sull’euro? La risposta è facile, ma
difficile da attuare, perché rinvia alla questione del controllo politico della
moneta. Nel senso che la quantità di moneta in circolazione, dovrebbe essere
modulata non sulle richieste del mercato mondiale ma sulle necessità economiche
europee, politicamente determinate. Entro certi limiti, ovviamente, anche
perché l'autarchia assoluta è altrettanto pericolosa.
Ci spieghiamo meglio. Esiste una comune
“politica” economica europea? No. Esiste, per ora, soltanto, un politica
monetaria legata alle presuntive esigenze di compatibilità tra l’economia
mondiale e l’economia europea. Compatibilità che viene presentata dalla
retorica economica dominante come esito di una “volontà dei mercati”. In realtà
la compatibilità è decisa da economie politicamente più forti, come gli Usa, la
cui ripresa ora necessita (anche se non solo) di un euro debole, o comunque in
grado di non penalizzare più di tanto la moneta americana. Il che però, dal
punto di vista retorico, viene spiegato magnificando il "vitale"
collegamento tra le due economie (mondiale-europea). E quel che è peggio
collegando lo stato di salute delle singole economie ai cosiddetti
fondamentali, in particolare il livello del debito pubblico. Ma si può fare politica
economica senza far crescere il livello della spesa pubblica? E quindi del
debito, e dei relativi titoli, eventualmente emessi per le spese in conto
capitale? No. E poi se il "fattore debito" contasse sul serio - e non
solo per far guadagnare gli "speculatori - il dollaro in questo esatto
momento dovrebbe valere meno di zero. Altro che Grecia... E invece non è così.
E perché? Per la semplice ragione che in ultima istanza decide sempre la spada:
la volontà politica. Ovviamente supportata da adeguate risorse militari ed
economiche. Pertanto fino a quando l’Europa non avrà una forte politica
economica comune, sganciata dai livelli di debito pubblico, o comunque in grado
di scorporare la spesa pubblica produttiva da quella improduttiva, si
riproporranno crisi del genere. E soprattutto in una fase così delicata per
l’economia mondiale come l’attuale. Parlare di ritorno alla lira, o alle monete
nazionali, è stupido. Solo una "moneta blocco (geopolitico)" oggi può
contare qualcosa, sia economicamente sia politicamente. A meno che una nazione
non sia forte produttrice monopolista di una o più materie prime fondamentali,
e quindi in grado di condizionare il mercato mondiale. E non è sicuramente il
caso dell'Italia.
Una curiosità: l’idea della Merkel, di un’agenzia europea di
rating, si muove nella direzione di un maggiore controllo dell’economia
europea, ma non in chiave politica, bensì puramente economica… Però indica che
qualcosa si sta muovendo. Dal momento che l’economia tedesca “è” in larga parte
l’economia europea. Intanto però l'euro continua a restare una moneta, per
parafrasare Musil, senza qualità politica.
Carlo Gambescia
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