giovedì 6 maggio 2010

Euro
Una moneta senza stato 



Che cosa può fare l’Ue per combattere la speculazione sull’euro? La risposta è facile, ma difficile da attuare, perché rinvia alla questione del controllo politico della moneta. Nel senso che la quantità di moneta in circolazione, dovrebbe essere modulata non sulle richieste del mercato mondiale ma sulle necessità economiche europee, politicamente determinate. Entro certi limiti, ovviamente, anche perché l'autarchia assoluta è altrettanto pericolosa.
 Ci spieghiamo meglio. Esiste una comune “politica” economica europea? No. Esiste, per ora, soltanto, un politica monetaria legata alle presuntive esigenze di compatibilità tra l’economia mondiale e l’economia europea. Compatibilità che viene presentata dalla retorica economica dominante come esito di una “volontà dei mercati”. In realtà la compatibilità è decisa da economie politicamente più forti, come gli Usa, la cui ripresa ora necessita (anche se non solo) di un euro debole, o comunque in grado di non penalizzare più di tanto la moneta americana. Il che però, dal punto di vista retorico, viene spiegato magnificando il "vitale" collegamento tra le due economie (mondiale-europea). E quel che è peggio collegando lo stato di salute delle singole economie ai cosiddetti fondamentali, in particolare il livello del debito pubblico. Ma si può fare politica economica senza far crescere il livello della spesa pubblica? E quindi del debito, e dei relativi titoli, eventualmente emessi per le spese in conto capitale? No. E poi se il "fattore debito" contasse sul serio - e non solo per far guadagnare gli "speculatori - il dollaro in questo esatto momento dovrebbe valere meno di zero. Altro che Grecia... E invece non è così. E perché? Per la semplice ragione che in ultima istanza decide sempre la spada: la volontà politica. Ovviamente supportata da adeguate risorse militari ed economiche. Pertanto fino a quando l’Europa non avrà una forte politica economica comune, sganciata dai livelli di debito pubblico, o comunque in grado di scorporare la spesa pubblica produttiva da quella improduttiva, si riproporranno crisi del genere. E soprattutto in una fase così delicata per l’economia mondiale come l’attuale. Parlare di ritorno alla lira, o alle monete nazionali, è stupido. Solo una "moneta blocco (geopolitico)" oggi può contare qualcosa, sia economicamente sia politicamente. A meno che una nazione non sia forte produttrice monopolista di una o più materie prime fondamentali, e quindi in grado di condizionare il mercato mondiale. E non è sicuramente il caso dell'Italia. 
Una curiosità: l’idea della Merkel, di un’agenzia europea di rating, si muove nella direzione di un maggiore controllo dell’economia europea, ma non in chiave politica, bensì puramente economica… Però indica che qualcosa si sta muovendo. Dal momento che l’economia tedesca “è” in larga parte l’economia europea. Intanto però l'euro continua a restare una moneta, per parafrasare Musil, senza qualità politica. 

Carlo Gambescia

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