Disunità d’Italia
L’Unità d’Italia è un’idea romantica. Che ha le sue origini politiche
nell'ottocentesco "risveglio dei popoli", vagheggiato da una folla di
scrittori byroniani e foscoliani. Ma in realtà prodotto dalle armate
napoleoniche: truppe gallonate scattate fuori, come un pupazzetto a molla,
dalla scatola della Rivoluzione francese.
L’Italia giunse ultima, o quasi. L’idea "nazional-giacobina", poco
piaceva, soprattutto al contadino meridionale, per il quale ”chi teneva pane e
vino, aveva da esse giacubbino": e dunque padrone. Ma pure quella
mazziniana non entusiasmava, perché parlava solo a maestri, letterati e
artigiani. La Carboneria ,
invece "piazeva" solo agli “uffiziali”… Gli operai erano ancora di là
da venire. E così alla fine vinsero Vittorio Emanuele II, il conte di Cavour.
Ma grazie allo sciabolone di Garibaldi. E fu fatta l’Italia. Ma, per usare una
parola forte, quasi a calci in culo. Dopo di che si ricordarono a Torino che
dovevano ancora fare gli italiani. Mentre il Papa che non si fidava dei massoni,
si era già chiuso in Vaticano.
Sul primo cinquantennio di storia unitaria, gli storiografi non sono d’accordo.
Tasse e repressione per i professori marxisti e cattolici; sviluppo industriale
e alfabetizzazione per i cattedratici liberali.
Va detto che l’Italia unita resse al terremoto della Prima Guerra Mondiale. La
"ola" del dopo Caporetto fu “tutti eroi o il Piave o tutti accoppati”
. E per un attimo l'accordo fu totale. E di questo magic moment si ricordò perfino Monicelli girando
quarant'anni dopo “La
Grande Guerra ”. Insomma, la “Nazione unita rispose”.
Il punto è che i liberali persero il dopoguerra. L’Italia, di nuovo divisa su
tutto, si rivolse a Mussolini. E fu un' overdose di nazionalismo. Alla quale
gli italiani non erano pronti. E finì con l’Otto Settembre e con l’Italia
divisa in due. Da ricostruire.
E ci pensarono i cattolici, travestiti da democristiani. Con l’aiuto degli Usa.
Mentre i comunisti rimasero a guardare, aspettando Baffone. E i contadini?
Continuavano a recitare il mantra del chi “tene pane e vino, ha da esse
giacubbino” …
E, nonostante tutto, fu di nuovo sviluppo e alfabetizzazione. Ma anche
repressione e tasse. Con una variante ideologica: democristiani e comunisti non
si preoccuparono più di tanto di fare gli italiani. Gli uni guardavano al Papa
e all’America, gli altri a Marx, Lenin e alla Russia sovietica. E così gli
italiani “si fecero da soli”… Guardando più agli affari propri che a quelli
comuni. E dopo l’arrivo di Berlusconi, anche tanta televisione.. .
Così fino ad oggi.
Perciò perché meravigliarsi se Bossi e compagnia cantante se ne vogliono
andare? E se Fini vuole radicare al Sud, la sua “nuova corrente”? L’unità non è
mai piaciuta agli italiani. Tranne, forse, quando qualcuno con un pennello e
po’ di vernice scrisse su un muro, mentre gli austriaci cannoneggiavano, “Tutti
eroi o il Piave o tutti accoppati”…
E il bello fu che molti si fecero “accoppare” sul serio. Da italiani.
Carlo Gambescia
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