La politica dell'irrealtà
Ora, di sicuro, fino al confronto con Prodi si parlerà
solo della "fuga" di Berlusconi dal programma di Lucia Annunziata.
Come fino all'altro ieri si era parlato soltanto del confronto televisivo tra
il Cavaliere e Diliberto... E così via, tra prese di posizione politiche, dichiarazioni,
eccetera.
Per definire tutto questo c'è un solo termine: irrealtà.
Oggi la politica, e non solo in Italia, si svolge su tre
piani.
Il primo è quello militare, e riguarda le guerre
euro-americane in Medio Oriente. Si tratta di un settore in cui domina l' iperrealismo
della volontà di potenza. Un iperrealismo che si manifesta come una forma di
realismo esasperato: un "più che realismo" che esige l'eliminazione
fisica del nemico. All' "avversario", come figura nella quale si
dovrebbe, comunque e sempre, individuare e riconoscere (apprezzandola) almeno
una "traccia" di comune umanità, si è sostituito il
"nemico", come rappresentazione iperrealistica del male assoluto.
Il secondo è quello economico, e concerne il controllo
delle risorse materiali, in primis il petrolio. Si tratta di un ambito in un
cui domina il realismo degli interessi economici. Un realismo che si esprime
per quello che è : il "realismo affaristico" di chi affronta la
realtà nella sua concretezza di fatto, senza badare a componenti ideali o emotive.
Un atteggiamento che qualche volta si coniuga con gli interessi militari, e
qualche volta no ( di qui le "guerre" soltanto
"economiche") . Attualmente interessi petroliferi e volontà
(militare) di potenza procedono di pari passo.
Il terzo è quello mediatico che concerne il controllo
delle risorse ideali, culturali ed emotive. Si tratta di un settore in cui
domina l'irrealtà della politica-spettacolo. Una irrealtà voluta e imposta, dal
momento che il mondo dei media dipende funzionalmente e strutturalmente (per
risorse, mezzi e uomini) dal settore economico. Di qui un atteggiamento rivolto
sistematicamente a falsificare, mascherare, abbellire gli aspetti iperreali
(militari) e reali (economici) della politica. In che modo? Presentando la
politica, come una specie di "reality" televisivo, un mondo
"similvero", ma in realtà immaginario o comunque finto, con scambi di
accuse, "lieto fine", o magari colpi di scena e "fughe",
come quella di Berlusconi davanti a Lucia Annunziata.
Quel che conta, insomma, per la politica-spettacolo è
evitare qualsiasi dibattito serio sugli aspetti iperrealistici e realistici
della politica attuale. Perciò più si discute del Cavaliere e di Lucia
Annunziata, più la verità si allontana....
Perché prestarsi a questo gioco?
Carlo Gambescia
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