Forex di Cagliari
Il debutto di Draghi tra forma e sostanza
L'intervento di Draghi al Forex di Cagliari è
significativo per due ragioni.
La prima perché mostra come sia in atto da parte della
grande stampa la costruzione mediatica dell'immagine del nuovo Governatore. Che
viene presentato come un uomo molto British, efficiente e dinamico, a differenza
del suo predecessore, ormai consegnato alla storia, come una specie
"maneggione", un notabile di paese col sigaro sempre in bocca...
La seconda perché stando ai contenuti del suo intervento
(cfr. www.bancaditalia.it ), e al di
là della dinamicità di facciata, o presunta tale, fatta di cravatte blu, pranzi
veloci, aerei di linea, non sono emerse grandi discontinuità
"dottrinarie" rispetto ai due ultimi governatori Governatori (Ciampi
e Fazio).
Per giungere a questa conclusione è però necessario
distinguere tra forma e sostanza, tra immagine mediatica (che va comunque per
il momento messa da parte) e documenti scritti. Dando però anche attenzione a
quelli che la stampa ha definito gli interventi "fuori testo", uno in
particolare. Per "incrociarlo " col testo dell'intervento.
Va perciò subito fatta una distinzione.
Quello che il Governatore dovrebbe essere (secondo i
media): lontano dalla politica politicante, antimonopolista e
antiprotezionista.
Quello che il Governatore potrebbe essere (secondo il
testo dell'intervento): molto attento agli equilibri della politica
politicante, e per il momento non sfavorevole a scelte monopoliste e
protezioniste.
Nel suo discorso, Draghi accenna ai "costi di un
possibile protezionismo" ma lo fa dipendere dal prevalere o meno di un
auspicabile "spirito razionale e costruttivo"che il Governatore
collega all'introduzione di una "parità regolamentare" nei mercati
finanziari (p. 16). Il che dunque non esclude (basta leggere attentamente il
testo) che qualora tale parità non fosse possibile, ogni paese sarà libero di
praticare politiche neoprotezioniste, sì "involutive", ma talvolta
obbligate, dalle oscillazioni del ciclo economico. Quanto alle aggregazioni
bancarie, già avvenute, Draghi, le interpreta positivamente in termini di
"processi di integrazione e razionalizzazione" e di
"significative riduzioni di costi" (p.15). E attenzione: il
Governatore si mostra anche favorevole "alla realizzazione delle notevoli
sinergie implicite in un processo di consolidamento nazionale" (p. 15). Il
cosiddetto "fuori testo" riferito dai giornali (ad esempio " La Repubblica , 5.3.05, p.
2) sui "personalismi e le logiche di campanile" che andrebbero
contrastati, va riferito alla necessità di favorire aggregazioni interne, in
grado di competere all'esterno. Secondo Draghi la "contendibilità" dei mercati
europei, non esclude la nascita di grandi monopoli bancari italiani, in grado
di contendere il mercato del credito alle banche europee. Il che non è molto
dissimile da quel che si proponeva Fazio, e prima di lui Ciampi. E soprattutto,
spiega, un certo atteggiamento prudenziale di Draghi, sotto l'aspetto politico.
E che tuttavia mostra anche come il Governatore non sia in realtà così distante
dalla politica politicante, di quanto lo fossero Fazio e Ciampi:
"prudentemente" attende l'esito delle elezioni per schierarsi...
Tuttavia gli abbracci di Cossiga, presente in prima fila al Forum, e i colloqui
di Draghi con Ciampi, suo mentore, indicano come il mondo bancario e politico
dia già per scontata la sconfitta di Berlusconi. E come già pensi al dopo. Si
tratta di segnali che valgono molto più di qualsiasi sondaggio d'opinione.
Quanto al contenuto dottrinario del suo intervento,
Draghi non si discosta, come i suoi due predecessori dalla richiesta di
maggiore "produttività" ( in particolare le "conclusioni",
p. 16-17) e di "riforme strutturali" (p.7). Anche il nuovo
Governatore è un rigido monetarista.
Ma per capirne di più, soprattutto sulla statura
dell'uomo e sulla sua capacità decisionale, sarà necessario attendere il 9
aprile.
Carlo Gambescia
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